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Dal lieve deficit cognitivo all’Alzheimer la progressione è più rapida nei pazienti con sintomi d’ansia

www.pharmastar.it, 28-11-2020

Secondo uno studio presentato all'incontro annuale della Radiological Society of North l'ansia è associata a un aumento del tasso di progressione dal lieve deficit cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) alla malattia di Alzheimer America (RSNA).

«Sappiamo che la perdita di volume in alcune aree del cervello è un fattore che predice la progressione alla malattia di Alzheimer» ha detto l'autrice senior dello studio Maria Vittoria Spampinato, professore di Radiologia alla Medical University of South Carolina (MUSC) di Charleston.

Scopo dello studio era vedere se l'ansia avesse un effetto sulla struttura cerebrale, o se l'effetto dell'ansia era indipendente dalla struttura cerebrale nel favorire la progressione della malattia.

Il gruppo di studio comprendeva 339 pazienti, con età media di 72 anni, della coorte Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative 2. Ogni persona aveva una diagnosi al basale di MCI; 72 sono progrediti fino alla malattia di Alzheimer, mentre 267 sono rimasti stabili.
I ricercatori hanno effettuato esami di risonanza cerebrale (MRI) per determinare i volumi al basale dell'ippocampo e della corteccia entorinale, due aree importanti nella formazione dei ricordi.
Hanno anche testato la presenza dell'allele ApoE4, il fattore di rischio genetico più diffuso per la malattia di Alzheimer.
L'ansia è stata misurata con indagini consolidate.

Come previsto, i pazienti che sono progrediti alla malattia di Alzheimer avevano volumi significativamente inferiori a livello e della corteccia entorinale e una maggiore frequenza dell'allele ApoE4.
In particolare, però, i ricercatori hanno scoperto che l'ansia era associata indipendentemente al declino cognitivo.

«I pazienti con MCI e sintomi d'ansia hanno sviluppato la malattia di Alzheimer più velocemente degli individui senza ansia, indipendentemente dal fatto che avessero un fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer o la perdita di volume cerebrale» ha detto la prima autrice dello studio, Jenny L. Ulber.

Il legame tra i sintomi d'ansia e una progressione più rapida alla malattia di Alzheimer rappresenta un'opportunità per migliorare lo screening e la gestione dei pazienti con MCI precoce, hanno sottolineato i ricercatori.

Resta da comprendere meglio l'associazione tra disturbi d'ansia e declino cognitivo.

Non sappiamo ancora, infatti, se l'ansia è un sintomo – cioè se la loro memoria sta peggiorando e diventano ansiosi - o se l'ansia contribuisce al declino cognitivo.

Se in futuro fossimo in grado di scoprire che l'ansia sta effettivamente causando progressione, allora dovremmo trattare in modo più aggressivo i disturbi d'ansia negli anziani.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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LinguaItaliano
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Data dell'articolo2020-11-28
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Fontewww.pharmastar.it
Approfondimenti Onlinewww.pharmastar.it/news//neuro/dal-lieve-deficit-cognitivo-allalzheimer-la-progressione-pi-rapida-nei-pazienti-con-sintomi-dansia-34011
Subtitolo in stampawww.pharmastar.it, 28-11-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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