L’Italia meridionale, ogni anno, perde 100.000 abitanti. La popolazione è sempre più anziana e le imprese si riducono. L’Istat ha previsto per il Sud, tra il 2016 e il 2065, una perdita di 5,2 milioni di abitanti. Il 10 Aprile scorso l’ Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare 8/E/2019 che spiega nel dettaglio le novità introdotte con la Legge di Bilancio 2019 (L.n. 145/2018). Il provvedimento incentiva i pensionati stranieri a trasferirsi in paesi del Sud Italia con meno di 20.000 abitanti pagando un’imposta minima del 7%. Si tratta della cosiddetta flat tax pensionati che riguarderà i redditi da pensione da fonte estera, le pensioni di ogni genere e gli assegni equiparati. E’ una sfida per i sindaci del Mezzogiorno per favorire il ripopolamento di queste zone del paese con l’applicazione della nuova imposta sostitutiva ai soggetti titolari di pensione estera che si trasferiscono nelle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. In pratica il pensionato deve indicare la giurisdizione o le giurisdizioni in cui ha avuto l’ultima residenza fiscale, che non deve essere presente nei cinque periodi di imposta precedenti a quello del trasferimento in Italia. Possono approfittarne solo coloro che provengono da Paesi con cui sono in vigore accordi di cooperazione amministrativa. I pensionati che trasferiscono la residenza (cfr. art. 2, comma 2, TUIR), devono per la maggior parte del periodo dell’anno (di imposta) essere iscritti nelle anagrafi di questi paesi del Mezzogiorno e avervi o il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile. Questi i limiti del nostro provvedimento rispetto ai principali modelli europei: il beneficio è concesso per 5 anni contro i 10 anni del Portogallo o delle isole Canarie dove non vi sono limiti di tempo; inoltre, nei due casi citati, il regime fiscale è migliore di quello da noi previsto e le pensioni si percepiscono quasi integralmente per il loro importo lordo.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)