Secondo una ricerca realizzata dall’Università di Exeter e dal King’s College London (GB), la pandemia avrebbe causato un significativo declino di alcune funzioni cognitive nelle persone sopra i 50 anni ansiose e depresse.
I ricercatori sono partiti da uno studio online chiamato Protect, che ha fornito loro informazioni dettagliate su 6.300 persone sopra i 50 anni in merito al loro stile di vita, alla salute mentale e all’efficienza delle funzioni del cervello, misurate attraverso specifici test cognitivi. I dati si riferivano al periodo 2019-2020, includendo quindi tutta la prima fase della pandemia, la più dura per impatto emotivo e psicologico e per restrizioni.
I ricercatori hanno osservato un aumento nel numero di persone colpite da depressione e ansia, valutate in base a criteri medici, e i test cognitivi hanno rilevato corrispondenti cali di memoria e attenzione in coloro che avevano valori medi o alti di queste condizioni.
Il peggioramento è risultato equiparabile a quanto ci si aspetterebbe di vedere in diversi anni di invecchiamento. "È probabile che i fattori determinanti siano stati i lunghi periodi di lockdown e l’impatto senza precedenti del degrado della salute mentale causato dalla diffusa preoccupazione nel corso della pandemia”, ha dichiarato Helen Brooker,autrice principale dello studio.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)