Il Rapporto Oasi 2018 del Cergas-Bocconi evidenzia una forte criticità nella soddisfazione delle necessità degli anziani che, sempre più spesso, vivono da soli. Nel 2017 il 32% delle famiglie è unipersonale (8,1 milioni di individui, di cui 4,4 milioni over 60). L’aspettativa di vita in buona salute rimane eccellente (82,8 anni al 2016) ma cresce meno che altrove ed ha marcate differenze territoriali: al Sud è di 56,6 anni e al Nord di 60,5 anni. La Calabria si assesta a 52 anni e la provincia autonoma di Bolzano arriva a 69. Nella classifica Oms della longevità in soli sei anni (2010-2016) l’Italia scende dal 2° al 6°posto. A preoccupare è lo squilibrio tra popolazione over 65 e popolazione in età attiva, che diminuisce a causa del drastico calo delle nascite. Nei prossimi 20 anni il rapporto tra over 65 e popolazione attiva passerà dal 35% al 53%: oltre un anziano ogni due persone in età attiva. I tassi di mortalità per tutte le maggiori malattie sono in declino ma cresce la mortalità dovuta a disturbi psichici e malattie del sistema nervoso. Questa evoluzione creerà sempre più gravi disequilibri nei servizi socio-sanitari che, stima l’Osservatorio, oggi riescono a coprire solo il 32% del bisogno.Particolarmente critica è la disponibilità di posti letto in strutture sanitarie per anziani non autosufficienti. Nel 2015 erano circa 302.000 a fronte di 2,8 milioni di persone che ne avrebbero avuto necessità. Il sistema fatica anche a garantire continuità assistenziale post ricovero agli anziani. Un over 85 su quattro viene ricoverato almeno una volta l’anno ma solo il 16% di questi viene dimesso qualche forma di continuità assistenziale.
(Fonte: www.panoramasanita.it)