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Trabucchi Marco

Le Rsa non sono delle prigioni (è opportuno ricordarsene)

Avvenire, 25-01-2022, p.3

È necessario continuare a battersi per un maggiore riconoscimento del ruolo delle Rsa a livello politico, con il conseguente stanziamento di adeguati finanziamenti. Contemporaneamente è però necessario dimostrare che, nonostante tutto, le Rsa sono mondi vitali, pronti a continuare a vivere perché rappresentano un pezzo della realtà sociale che non può essere cancellato, nonostante le motivazioni anche assai nobili di tale intenzione, ma che, al contrario, deve essere valorizzato.

Per la "dimostrazione di vita", in questo momento, è centrale la capacità di gestire i rischi epidemiologici complessivi e, tra questi, anche quelli conseguenti all’apertura ai familiari. Agli inizi della pandemia vi erano motivazioni valide per le chiusure che sono state adottate, pur con gravi sofferenze da parte sia degli ospiti sia dei familiari. Oggi queste obiezioni sono state indebolite dalla diffusione delle vaccinazioni, la cui efficacia negli anziani si è rivelata indiscutibile, anche per quelli residenti nelle Rsa. Tuttavia, restano ancora aree di grande preoccupazione, per il crearsi di focolai all’interno di alcune strutture. La risposta a questa situazione è molto diversificata, perché alcune hanno bloccato completamente gli accessi, altre invece continuano a organizzare con molta prudenza e forti precauzioni le visite, escludendo però dagli accessi chi non è vaccinato. 

In questo scenario merita attenzione il comportamento dell’Isrra di Treviso, che ha organizzato anche visite di persone novax, con un complesso sistema di protezioni, quando l’ospite si trova alla fine della vita o è affetto da una grave malattia. Infatti, ai parenti in visita vengono fatti indossare tuta, occhiali, guanti, mascherina, visiera, copriscarpe. Si tratta di situazioni eccezionali che hanno un’importanza che va al di là della singola situazione. Dimostrano che da parte delle Rsa non vi sono preclusioni a priori agli accessi, quasi fossero un carcere; inoltre, che in ogni singola situazione vi è un forte impegno per sperimentare il modo migliore per favorire il benessere degli ospiti.

Ma per questi problemi non vi devono essere visioni particolari da parte delle diverse Regioni. Le modalità per organizzare la difesa dal Covid-19 non dovrebbero dipendere da visioni localistiche. Inoltre, sarebbe doveroso riconoscere finanziamenti specificamente dedicati a questi momenti particolari, che comportano spese non irrilevanti. Si pensi che per una visita di 15 minuti, con protezioni integrali, si deve dedicare un operatore per la vestizione e la svestizione, che vanno compiute secondo precise regole. Di fatto si deve prevedere un’ora di lavoro di un operatore per una singola visita. Si devono anche considerare i costi delle protezioni integrali, che non sono trascurabili.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Trabucchi Marco
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2022
Pagine3
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2022-01-25
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAvvenire
Subtitolo in stampaAvvenire, 25-01-2022, p.3
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Trabucchi Marco
Attori
Parole chiave: Anziano non autosufficiente Residenza Sanitaria Assistenziale Welfare