“La tecnologia è già di per sé efficace, non serve dimostrarlo, ma bisogna ragionare su come migliorarne l’implementazione. In questa fase in cui la digitalizzazione è al centro della ripartenza del Paese, gli esempi proposti da SIGOT diventano un modello interessante anche all’esterno”, sottolinea il professor Alberto Pilotto, presidente della SIGOT, la Società Italiana di Geriatria Territorio e Ospedale.
La pandemia ha accelerato l’implementazione delle tecnologie, coinvolgendo anche l’ambito medico, ma esistono limiti tecnici e operativi che sembrano relegare la telemedicina a un semplice slogan. I più penalizzati spesso sono gli anziani, sia perché hanno minore familiarità con le tecnologie, sia perché sono i più affetti da malattie. Diventa pertanto indispensabile favorire una più ampia diffusione di strumenti e competenze, un percorso avviato dalla SIGOT attraverso la condivisione di modelli efficienti già collaudati. Le nuove tecnologie costituiscono un punto di riferimento per gli specialisti geriatri: non sono un semplice contatto telefonico, ma si propongono come una grande opportunità per migliorare le cure e i monitoraggi.
Secondo il professor Alberto Pilotto, i dispositivi di telemedicina hanno enormi potenzialità per il tele-monitoraggio e la tele-riabilitazione nelle patologie cardiache, polmonari e neuro-degenerative come il morbo di Parkinson e la demenza. Inoltre, i robot "anti-cadute" e i dispositivi domotici possono aumentare la sicurezza degli anziani nel loro ambiente di vita.
Alla Federico II di Napoli è stato creato un modello di cura domiciliare con un portale che permette di identificare immediatamente i bisogni della persona anziana e di dare delle risposte concrete, sia a livello sanitario che assistenziale. Gli strumenti tecnologici, già usati da tempo in cardiologia, stanno evolvendosi molto e pertanto propongono un’estensione dell’applicazione di questi mezzi anche ad altri ambiti.
Sempre più attenzione c’è per i più moderni dispositivi domotici e robotici, fondamentali per prevenire e per far fronte alle cadute. Grazie alle più moderne tecnologie, adesso si possono identificare i soggetti a rischio e svolgere interventi che riducano il pericolo. Infatti, il nuovo robot anticaduta non solo identifica il rischio attraverso un apposito indice, ma è anche in grado di programmare una serie di esercizi con piattaforme mobili per sviluppare i muscoli e l’equilibrio al fine di restituire l’orientamento alla persona anziana.
Ci sono però ancora molti ostacoli per lo sviluppo di queste tecnologie perché a volte manca personale specializzato, oltre al fatto che l’alfabetizzazione digitale è carente non solo negli anziani, ma talvolta anche nel personale. Secondo il dottor Pilotto: “Non c’è nulla da dimostrare in merito all’efficacia della tecnologia, ma bisogna ragionare su come migliorarne l’implementazione. In questa fase in cui la digitalizzazione è al centro della ripartenza del Paese, gli esempi proposti da SIGOT diventano un modello interessante anche all’esterno”.
(Sintesi redatta da: Ciannarella Maria Pia)