"In tutto il mondo il virus si è diffuso silenziosamente e maggiormente nelle case di cura", afferma il giornalista Kiko Llaneras in un documentario dal titolo “La morte più crudele” proiettato il 24 ottobre al Seminci, in concorso all'interno della sezione DOC. Spagna. I dati lo confermano. Dall'inizio della pandemia, circa 30.000 anziani sono morti per Covid nelle residenze spagnole. Quasi 20.000 di questi decessi si sono verificati in soli quattro mesi, da marzo a giugno 2020. Aggravati dalla decisione della Comunità di Madrid di negare le cure ospedaliere agli anziani ospiti delle residenze. Il giornalista sottolinea di aver voluto a mostrare alla società quanto male siano state trattate le persone anziane e a denunciare la situazione in modo che si possano trovare soluzioni.
“Il dramma è stato terribile. La pandemia ci ha colti tutti alla sprovvista, ma in Spagna, e più precisamente a Madrid, questo è stato abbinato alla scarsa dotazione dei servizi sanitari e sociali. Siamo ben al di sotto dei dati in Europa. Nel caso di Madrid si tratta di una doppia denuncia perché sono state prese decisioni - come quella di impedire il ricovero degli anziani che provenivano dalle case di cura - che hanno minacciato la vita degli anziani, come racconta l'ex ministro delle Politiche Sociali Alberto in dettaglio Reyero e gli infermieri, tecnici e lavoratori di questi centri, che hanno spezzato le loro anime”, aggiunge Izquierdo. Al di là dei dati, sottolinea il documento, è necessario metterci al posto delle vittime e delle loro famiglie, ma anche dei lavoratori che hanno vissuto tutto ciò in prima persona. In ultimo si sottolinea come la pandemia abbia chiarito che i servizi sociali devono essere forniti dei mezzi necessari per fronteggiare l'emergenza e che i cittadini siano resi consapevoli dell'importanza di devolvere la spesa pubblica a questo obiettivo di bene comune.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)