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Gori Cristiano

Anziani non autosufficienti, manca la riforma complessiva

Il Sole 24 ore, 19-04-2024

Per valutare quella che avrebbe dovuto essere riforma dell’assistenza agli anziani (Legge Delega 33/2023, prevista dal PNRR) è opportuno mettersi nei panni degli anziani. Certamente non riceveranno più sostegni di oggi, non potendo contare al momento su risorse aggiuntive di natura strutturale. In ogni modo, lo snodo decisivo è il progetto per il welfare futuro: in assenza di un disegno solido, discutere di finanziamenti non ha senso, poiché quello che manca è una revisione sostanziale.

Innanzitutto, è stata cancellata la prevista riforma dell’assistenza domiciliare che avrebbe dovuto introdurre un modello di servizi domiciliari specifico per la non autosufficienza, oggi assente nel nostro Paese. Invece, si stabilisce unicamente il coordinamento tra gli interventi sociali e sanitari erogati dagli attuali servizi domiciliari, senza però prendere in considerazione aspetti decisivi quali la durata dell’assistenza fornita e i diversi professionisti da coinvolgere. A mancare è, soprattutto, un piano che risponda alla domanda di quali interventi a casa hanno bisogno gli anziani non autosufficienti. Venendo ai servizi residenziali (case di riposo) la situazione è interlocutoria. 

Il decreto attuativo, infatti, non contiene indicazioni sostanziali e rimanda a un successivo ulteriore decreto. La Legge 33/2023, infine, comprendeva la riforma dell’indennità di accompagnamento, la misura più diffusa, un contributo monetario in somma fissa (531 euro mensili) senza vincoli d’uso, divenuto un simbolo del cattivo impiego delle risorse pubbliche. Era stato previsto un intervento ispirato alle direttrici condivise dal dibattito tecnico, in particolare:

  1. mantenimento dell’accesso solo in base al bisogno di assistenza (universalismo),
  2. graduazione dell’ammontare secondo tale bisogno,
  3. possibilità di utilizzare l’indennità per avvalersi di servizi alla persona regolari e di qualità (badanti o organizzazioni del terzo settore), in questo caso ricevendo un importo maggiore.

Di nuovo, non è stato apportato alcun cambiamento. Infatti, la prestazione universale (o “bonus anziani”) varata per il biennio 2025-2026, su cui si è concentrata l’attenzione pubblica, è costruita sull’assunto che l’indennità non debba essere riformata. Di conseguenza la misura resta tale e quale ma per alcuni beneficiari si prevedono ulteriori risorse (850 euro mensili).

La prestazione si colloca nell’antica tradizione italiana di non riformare ma di aggiungere qualcosa all’esistente, lasciandolo così com’è e stratificando il nuovo sopra il vecchio. In ogni modo, questa provvidenza sarà fruita da una platea assai ridotta, 30mila persone con almeno 80 anni tra gli attuali percettori dell’indennità.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Gori Cristiano
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2024-04-19
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 19-04-2024
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Gori Cristiano
Attori
Parole chiave: Anziano non autosufficiente Assistenza Domiciliare Assistenza Domiciliare Integrata Caregiver caregiving Welfare