In Italia , negli ultimi vent’anni, gli unici vincitori sembrano essere stati i pensionati, che hanno visto crescere le loro entrate del 70%, esattamente il doppio dell’aumento delle retribuzioni dei lavoratori. Nell’ultimo decennio, per di più, questa forbice si è ulteriormente allargata. Il dato emerge dal l’ultimo report Istat sulle condizioni di vita dei pensionati, diffuso il 15 gennaio scorso .
In particolare, nel 52,2% dei nuclei in cui sono presenti sia pensionati sia altri membri, più del 50% del reddito deriva dai primi e ciò succede in quasi 4 famiglie su 10 ( 38,4% )in cui il membro non pensionato ha un un reddito da lavoro; ciò avviene forse perché quest'ultimo ha un importo inferiore a quello del genitore in quiescenza o del partner con cui vive. Il dato grave che caratterizza l'Italia rispetto al resto d'Europa è che ora sono anche le coppie adulte con figli a dipendere dai nonni e sono più di 4 su 10 (il 44%) a trovarsi in questa innaturale contingenza.
Inoltre, benché negli ultimi due anni l'occupazione sembri dare lievi segni di ripresa, sembra che ciò non abbia riguardato le famiglie con figli sotto i 15 anni. A conferma di ciò i dati Ocse dicono che in Italia, dal 2006 al 2015, la quota di bambini (0-14 anni) con entrambi i genitori disoccupati o comunque inattivi è quasi raddoppiata passando dal 5,5% al 10,5% . Nel 2018, ci siamo classificati tra i Paesi con meno famiglie con bambini i cui genitori fossero entrambi occupati.
In Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, ma persino in Slovenia e Portogallo, la normalità è che madri e padri lavorino(con oltre il 70% dei nuclei familiari in questa situazione), in Italia, ciò avviene in meno della metà delle famiglie (49%). Siamo alla pari con Polonia e Bulgaria e facciamo peggio di Grecia e Romania, mentre Spagna, Francia e Germania fanno molto meglio di noi.
Sostanzialmente, quindi, i dati ci dicono che, a fronte di pensionati sempre più benestanti(perlomeno relativamente al resto della popolazione), i bambini italiani partono da una situazione di svantaggio superiore a quella dei propri coetanei di dieci o vent’anni fa. Quella dei 30-40enni di oggi sembra essere una generazione più svantaggiata rispetto a quella degli over 50, i cui redditi hanno risentito meno della crisi iniziata nel 2008; non a caso stanno rinunciando ad avere figli. Lo testimonia l’aumento dei single e delle coppie senza figli.
Se in una società le famiglie giovani con figli si riducono a sopravvivere con l’aiuto dei nonni conviventi o meno, benché ciò testimoni il solido rapporto fra le generazioni, bisogna riflettere sul futuro che abbiamo nel momento in cui gli stessi nipoti diventeranno a loro volta nonni e, forse, le risorse economiche saranno esaurite. Bisogna pensarci ora però, fra qualche anno potrebbe essere tardi!