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“Traje a mi madre a casa porque me moría de pena”

El País, 29-04-2020

I suoi genitori condividevano una stanza da novembre presso la residenza Ensanche de Vallecas. Lui aveva 87 anni, lei 85.

A partire dal 25 a marzo, tutto ha iniziato a cambiare; un giovedi, Charo Rodriguez, ha notato che suo padre non respirava mentre le parlava al telefono. E sabato hanno chiamato per informarla che era morto. Quindi senza esitare, è andata nella residenza con sua sorella, ha raccolto le cose di sua madre, firmato alcuni documenti e se l’è portata a casa.

Lo stesso che, almeno tra Madrid e la Catalogna, hanno fatto più di 1.000 familiari con parenti ricoverati nelle residenze di servizi sociali. Le comunità richiedono al residente un pre-test prima di lasciare il centro, o che si verifichi che si tratti di un centro senza focolai, e l'approvazione di un medico.

"Ho preso mia madre senza un test. Nessuno mi ha spiegato se le hanno lasciato il posto, che è pubblico, se devo continuare a pagarlo o no", dice Charo Rodriguez.

L'uscita dalle residenze non è priva di rischi.

"La sicurezza di accogliere famiglie e residenti deve essere garantita: entrambi possono essere trasmettitori", avverte José Manuel Ramírez, presidente dell'Associazione dei direttori e dei dirigenti dei Servizi Sociali, che richiede supporto per gli operatori sanitari familiari a casa.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione2020
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LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-04-29
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Approfondimenti Online
FonteEl País
Subtitolo in stampaEl País, 29-04-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
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Parole chiave: Rapporto figli adulti genitori anziani Residenza Sanitaria Assistenziale Welfare