Alberto Gambino, giurista, presidente di Scienza & Vita, commentando il parere del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) sulla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito, ha sostenuto che saranno soprattutto i più fragili "ad essere spinti verso delle forme di interruzione della propria vita prima del suo spirare naturale”.
Evidenziando che in Europa sono solo tre i Paesi dove si è accolto il suicidio assistito e l’eutanasia (Belgio, Olanda e Lussemburgo), il presidente di Scienza & Vita sottolinea che si tratta di nazioni che “hanno sistemi sanitari dove la valutazione della dignità della vita è legata a una lettura efficentista”. “In Italia e nei Paesi del Mediterraneo si è sempre rifiutato di fare un discorso su quale è la vita degna di essere vissuta”. E avverte: “Nel momento in cui si dovesse legalizzare quest’alternativa al fine vita, non sarebbero solo le persone più radicali ed estreme a prendere questa scelta, ma purtroppo ci sarebbero decine e decine di situazioni particolari che indirettamente vedrebbero attuarsi nei loro confronti forme di abbandono e, attraverso una scelta un po’ forzata, si troverebbero a chiedere l’esito finale della loro vita attraverso una iniezione letale”.
(Fonte: tratto dall'articolo)