La chiusura delle residenze per anziani era stata totale nei mesi del lockdown ma non si era alleggerita nel momento in cui gli spazi e le attività riaprivano: le visite dei parenti e i contatti con l'esterno, comprese le uscite dalla struttura, sono state vietate per tutta l'estate nella maggior parte degli istituti, dove si era consumata in alcuni casi una vera e propria “strage degli innocenti”. Solo a settembre l'Istituto superiore di Sanità aveva dettato le indicazioni per una riapertura, seppur necessariamente parziale e regolamentata, a discrezione delle diverse direzioni sanitarie. Da un mese a questa parte, di fatto, in buona parte delle Rsa e delle strutture, gli anziani avevano potuto rincontrare i loro familiari e riprendere cautamente i rapporti con l'esterno.
Ora i contagi tornano a crescere e arrivano notizie dei primi focolai anche all'interno di strutture per anziani. Così, si torna a chiudere, a quanto pare: in Valle d'Aosta è ufficiale lo stop alle visite nelle Rsa pubbliche, in Toscana sono oltre 12 le strutture che hanno seguito la stessa strada. E il Dpcm di ieri non fa che confermare questa tendenza: in base all'articolo 1, comma 6 bb, “l'accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”.
Gisella Trincas, presidente di Unasam afferma “è una stretta ancora più rigida sugli accessi alle strutture, ma soprattutto è la conferma della totale delega alle direzioni sanitarie. E questo ci delude: attendevamo infatti, come associazione, una presa di posizione del ministero, che consentisse alle persone di poter vedere i propri familiari e di tornare a uscire, naturalmente con tutta la prudenza e le protezioni necessarie, come chiunque altro sul territorio. Questi chiarimenti, più volte richiesti, non sono arrivati. Non si è fatto nulla per evitare questo nuovo isolamento. E così si ripropone la totale delega alle strutture di una questione fondamentale, che ha a che fare con la salute, il benessere e la sopravvivenza dei nostri anziani”.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)