Lo studio “Gli stereotipi di genere sono ancora vivi nel 21° secolo?”, elaborato dall'Osservatorio Sociale della Fondazione 'la Caixa', conferma il perpetuarsi degli stereotipi di genere.
La ricerca è stata condotta da Marta Fraile, dell'Istituto di Politiche e Beni Pubblici (CSIC), e Paula Zuluaga, del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Autonoma di Barcellona (UAB) ed è supportata dalle risposte di un sondaggio online a 5.012 persone tra i 16 ed i 75 anni.
Lo studio ha concluso che gli stereotipi di genere persistono, soprattutto nella generazione dei Millennial, ma anche tra coloro che hanno più di 41 anni. "Quello che vediamo è che i più giovani tendono a presentare visioni meno stereotipate.
D'altro canto, le generazioni più anziane, soprattutto i millennial, e, naturalmente, quelli con più di 41 anni, la generazione X e la generazione del boom, sono i gruppi che presentano più visioni stereotipate della società", ha spiegato la coautrice Marta Fraile.
Il 37% degli uomini e il 33% delle donne si ritengono le persone più preparate a prendersi cura degli anziani e dei familiari malati. Alla domanda sui tratti che li definiscono come persona, i risultati mostrano che gli uomini tra i 55 e i 75 anni, la generazione del boom, avocano a sè più delle donne tratti come la leadership, seguita dalla competizione e dal rischio.
La fascia tra i 41 e i 54 anni si identifica con tratti come la competizione e il rischio. Infine, i giovani nella fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni (generazione Z) si identificano con la competizione e la fiducia in se stessi più delle donne della loro età.
Nel caso specifico delle donne, i partecipanti al sondaggio di età compresa tra 55 e 75 anni si identificano in misura maggiore rispetto agli uomini con tratti come l’affetto, la preoccupazione per il benessere degli altri e l’importanza dell’aspetto fisico.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)