Giornate più corte, meno luce, meno vitamina D e maggiori deficit cognitivi. È la probabile sintesi dello studio condotto dai ricercatori del Sunnybrook Health Sciences Center e dell’Università di Toronto. Gli studiosi hanno raccolto i dati da 3.353 partecipanti. L’analisi ha evidenziato che le risorse cognitive dell’anziano con demenza migliorano durante l’estate e il periodo autunnale, mentre maggiori deficit a livello cognitivo appaiono in inverno e primavera. Non è chiaro il meccanismo che induce a questa variazione. Tra le ipotesi, quella secondo cui la luce, la temperatura, i cambiamenti a livello ormonale o un apporto maggiore di vitamina D, possano provocare un certo livello di influenza sulla sfera cognitiva. Sulla base di questi riscontri, la dottoressa Loredana Locusta, neuropsicologa presso Villaggio Amico, la Residenza sanitaria assistenziale alle porte di Milano con al suo interno un Nucleo Alzheimer d’eccellenza, propone alcuni piccoli suggerimenti per favorire il benessere psico-fisico nei malati di Alzheimer nella stagione autunnale.
(Fonte: tratto dall'articolo)