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Fazzi Luca

RSA: le molte facce del maltrattamento

Welfare Oggi, 3/2021, 2021, pp.5-18

Il maltrattamento nei confronti degli anziani è un tema complesso, ancora in via di definizione. Secondo una definizione tra le più accolte, si può definire maltrattamento uno o singoli atti ripetuti, o una mancanza di azioni appropriate, che all’interno di una relazione di cura tradiscono una aspettativa legittima di fiducia causando danno o angoscia per le persone anziane. Esiste una opinione concorde nel descrivere il maltrattamento come un fenomeno multidimensionale, con diverse facce distinte. La prima forma di maltrattamento è quella fisica, ossia una violenza manifesta che produce lesioni, dolore e ferite. Ma anche qualunque forma di costrizione ingiustificata che limita l’anziano. A volte è difficile da individuare perché ematomi e cadute sono una condizione comune nella tarda età.

C’è poi il maltrattamento sessuale: per l’Oms si definisce tale qualunque abuso derivante da un contatto sessuale non consensuale con l’anziano (WHO 2002). Una definizione ampliata da diversi studiosi che include anche ogni condotta che si realizza senza il consenso della vittima (allusioni, discorsi etc). La terza forma di maltrattamento è materiale o economico, e consiste nell’uso improprio o non concordato di denaro o delle risorse della persona anziana, come abiti o oggetti personali, e che può essere attuato nelle case di cura, dagli assistenti o dai familiari stessi. Una quarta tipologia di maltrattamento è quello psicologico/emotivo, meno visibile ma estremamente devastante per persone già afflitte dal senso di frustrazione conseguente alla perdita di autonomia. Questa forma implica l’inflizione di uno stato di angoscia, malessere e disagio nell’anziano attraverso minacce, isolamento, umiliazioni che ne alterano l’equilibrio psicologico.

Ultima tipologia è la trascuratezza o l’incuria, consistenti nella disattenzione e/o nel disinteresse verso le condizioni dell’anziano così come nei comportamenti, voluti o non, che non prestano attenzione ai bisogni effettivi dello stesso. Riguardo i luoghi dei maltrattamenti, in Europa secondo le indagini sono particolarmente presenti nelle strutture residenziali. In Germania il 79% del personale ha ammesso di essere stato negligente nei confronti degli ospiti e il 66% è stato testimone di incuria verso i residenti da parte di colleghi. In Norvegia un’indagine svolta su 3.693 operatori di strutture per anziani, mostra che la percezione del maltrattamento dei dipendenti dipende dal livello di istruzione. In Italia secondo Istat, tra il 2017 e il 2018 ci sono stati 3.000 episodi di violenza con oltre 1.000 vittime. Nelle RA e nelle strutture socioassistenziali quasi il 30% dei controlli effettuati per verificare irregolarità hanno dato esito positivo, mentre la percentuale scende al 17% nelle RSA. Per quanto riguarda il maltrattamento che non si configura come reato, come quello psicologico/emotivo e l’incuria, che non ha conseguenze letali certificabili, le dimensioni del fenomeno sono più che altro aneddotiche e derivate dagli episodi di violenza fisica che finiscono sui media.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Fazzi Luca
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine5-18
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero3/2021
Fonte
Approfondimenti Online
FonteWelfare Oggi
Subtitolo in stampaWelfare Oggi, 3/2021, 2021, pp.5-18
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Fazzi Luca
Attori
Parole chiave: Maltrattamenti, abusi Residenza Sanitaria Assistenziale