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Riconoscere il cibo a cent’anni: così si spiega come funziona la nostra memoria semantica

www.sissa.it, 10-05-2018

Uno studio della  Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati ( SISSA), pubblicato sulla rivista Scientific Reports, evidenzia che i centenari riconoscono, meglio degli anziani, i cibi naturali rispetto a quelli processati (“Processed foods", cibi di origine industriale, confezionati a lunga scadenza). Gli scienziati  hanno fatto riconoscere, a tre gruppi di anziani di età diverse,  cibi naturali ( pomodori, mele o melanzane) e trasformati ( hamburger o pizza). Risultato: il gruppo dei soggetti fra i 100 e i 108 anni identificava meglio i cibi naturali rispetto a quelli trasformati. Opposta la reazione degli anziani più giovani. Per i ricercatori, i meccanismi della nostra memoria semantica non sembrano dipendere solo dalle caratteristiche del cibo ma anche dall’esperienza e dalle abitudini alimentari portate avanti per tutta l’esistenza. Gli scienziati della SISSA sostengono che la memoria semantica sembra rimanere stabile fino a tardissima età tendendo a decadere solo nella decima decade di vita.

(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)

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LinguaItaliano
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Data dell'articolo2018-05-10
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Fontewww.sissa.it
Approfondimenti Onlinewww.sissa.it
Subtitolo in stampawww.sissa.it, 10-05-2018
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)
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Parole chiave: Alimentazione Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Grandi vecchi Memoria