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Gori Cristiano

Proposte per l’uso del PNRR. Come assistere gli anziani non autosufficienti senza sbagliare le mosse

Il Sole 24 ore, 07-10-2021

Il “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” ha presentato la proposta di un “Piano nazionale di domiciliarità integrata”, da avviare nel 2022, e che, in continuità con la futura riforma del settore dell’assistenza, inizia a declinarne concretamente gli obiettivi. L’Adi è l’intervento domiciliare pubblico più utilizzato, ricevuto annualmente dal 6,2% degli ultrasessantacinquenni. Perlopiù eroga singole prestazioni di natura medico-infermieristico per far fronte a specifiche esigenze sanitarie, in assenza di una risposta che prenda in considerazione le molteplici dimensioni della vita legate alla non autosufficienza e alla loro complessità. In concreto, sono rari gli interventi di sostegno all’anziano nelle attività fondamentali della vita quotidiana, così come le azioni di affiancamento e supporto a familiari e badanti; inoltre, il valore medio di ore erogate annualmente per utente è pari solo a 18 e la durata dell’assistenza, in prevalenza, si limita a 2-3 mesi (ad es. quelli successivi ad una dimissione ospedaliera).

Non stupisce, dunque, che la definizione di assistenza agli anziani non autosufficienti (long-term care) della Commissione Europea escluda l’Adi da questo settore del welfare. L’altro servizio domiciliare pubblico è il Sad (Servizio di assistenza domiciliare) dei Comuni. È assai meno diffuso dell’Adi (copre solo l’1,3% degli anziani), la spesa annuale ammonta a 347 milioni e - in questo caso - non è previsto alcun incremento significativo di risorse. L’atteso ampliamento del divario quantitativo con l’Adi (nel 2026, ogni 100 euro per l’Adi se ne spenderanno 12 per il Sad) pare destinato a rendere sempre più residuale il Sad e a far diventare irrealistico l’auspicabile sviluppo di risposte integrate. In assenza di correttivi, dunque, si sta costruendo un sistema che asseconderà la progressiva estromissione dei Comuni.

Il radicamento dei Comuni nel territorio e l’importanza del loro contributo nella dimensione sociale dell’assistenza agli anziani - si pensi al ruolo che possono svolgere nel sostegno alle attività di base della vita quotidiana e nel supporto a familiari e badanti - suggeriscono di evitarlo. A tal fine, il Piano Domiciliarità prevede - nella Legge di Bilancio 2022 - un nuovo finanziamento dedicato al Sad: +302 milioni di Euro nel 2022, +373 nel 2023 e +468 nel 2024. L’utenza, il prossimo anno, raddoppierebbe rispetto a oggi, per poi continuare a crescere progressivamente: 2,6% di anziani nel 2022, 2,9% nel 2023 e 3,3% nel 2024.

Oltre a intervenire internamente ai comparti di Adi e Sad, occorre anche superare l’attuale separatezza tra i due servizi e, quindi, tra gli enti che ne sono titolari: Asl e Comuni. È questa la strada da percorrere per offrire una sola risposta integrata ad anziani e famiglie.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Gori Cristiano
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-10-07
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 07-10-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
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Parole chiave: Assistenza Domiciliare Assistenza Domiciliare Integrata Welfare