Importanti malattie delle valvole cardiache colpiscono oggi oltre il 12% della popolazione over 65. Sono facilmente diagnosticabili ma poco riconoscibili.
Uno studio di CEIS (Centre for Economic and International Studies)di Tor Vergata sui dati Inps ha sottolineato la necessità di alleggerire i costi sociali e previdenziali delle patologie valvolari per curare nel modo più appropriato queste anomalie strutturali delle valvole cardiache. Il nome di questa malattia spaventa meno di altre sia perché non fanno pensare a un immediato pericolo, sia perché se ne parla ancora poco. In realtà le Malattie Cardiache Strutturali colpiscono oltre il 12% della popolazione over 65 e pertanto hanno incoraggiato lo sviluppo di una nuova coalizione europea, la SHD Coalition, per evidenziare l’importanza di effettuare una diagnosi precoce e un trattamento appropriato.
Le Malattie Cardiache Strutturali sono patologie cronico-degenerative e fra esse vi sono le malattie valvolari, quali la stenosi aortica e il rigurgito mitralico e tricuspidale. Esse sono sempre più spesso riconducibili a un declino funzionale e all’invecchiamento della popolazione. Richiedono la riparazione e/o la sostituzione delle valvole cardiache a seguito di un deterioramento della struttura delle stesse – da qui l’origine del nome – e dell’usura progressiva del muscolo cardiaco. Sono necessari interventi riparatori o sostitutivi delle valvole che, se non trattate, sono causa di morte del 90% dei casi a 5 anni dalla loro diagnosi.
Le ultime stime Istat per l’Italia confermano una percentuale di incidenza delle SHD del 12,5% sul totale della popolazione over 65, con una previsione di crescita considerando soprattutto la fascia anziana che raggiungerà la soglia del 25% nel 2030, fino a toccare il 33% nel 2040.
(Sintesi redatta da: Ciannarella Maria Pia)