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Carrino Antonella

Parents for future: gli adulti affiancano i giovani nella lotta al cambiamento climatico

25-11-2019

Solo un anno e mezzo fa (agosto 2018) Greta Thunberg ha iniziato a protestare davanti al parlamento di Stoccolma in difesa dell’ambiente e contro i governi che «non fanno abbastanza per combattere la crisi climatica». Il suo esempio ha ispirato milioni di giovani in tutto il mondo, che a loro volta, hanno deciso di scendere in piazza. E' nato così un vero e proprio movimento, oggi chiamato Fridays for Future (FFF). La protesta ha avuto risvolti di conflitto generazionale quando Greta, in Polonia sul palco della Cop24 (la conferenza sul clima organizzata dall’Onu per attuare gli accordi di Parigi del 2015), si è scagliata contro i leader mondiali di quasi 200 paesi lanciando l’accusa: “ci state rubando il futuro”. Gli adulti, coloro che detengono posizioni di potere, sono stati accusati di aver determinato l’attuale situazione ambientale. Questa accusa è diventata simbolo di una contrapposizione generazionale. 

La risposta degli adulti ha cominciato a prendere una fisionomia concreta dal 2019, quando  i senior hanno costituito comitati, paralleli ma sinergici, per unirsi ai giovani nella lotta al cambiamento climatico. Sono i parents for future che stanno nascendo in Italia (a Torino, Forlì e Piacenza i primi) e in tutta Europa (a Berlino, nel Regno Unito e  in Austria quelli già noti)ma anche altrove nel mondo.

Molti adulti e anziani hanno figli e nipoti che vivono e lavorano all’estero, non si può immaginare che le loro lotte non li riguardino, anche perché si tratta dell’aria e delle condizioni ambientali in cui loro stessi si trovano ad esistere. 

In 16 paesi di quattro continenti sono presenti 34 gruppi di parents for future che hanno divulgato quest’anno una lettera aperta chiedendo con forza un'azione urgente per combattere i cambiamenti climatici e prevenire l'aumento delle temperature di oltre 1,5° C; livello che gli scienziati hanno indicato come punto di non ritorno per l’inversione di tendenza. Questo un breve stralcio della lettera manifesto: "Ciò che i nostri figli ci stanno dicendo è ciò che la scienza ci sta dicendo da molti anni - non c'è più tempo. Ora dobbiamo agire". "Genitori dobbiamo essere ovunque nella società: nelle aule come insegnanti, nei campi come agricoltori, nelle fabbriche come lavoratori, negli ospedali come guaritori, nelle sale del consiglio come amministratori delegati, nelle legislature come responsabili politici. Abbiamo il potere di costruire questo futuro sicuro, giusto e pulito per i nostri bambini."

E’ il caso di Elena, mamma quarantenne che, dalla fine dello scorso anno, è scesa in piazza ogni venerdì al fianco dei ragazzi: «Io sono ambientalista fin dagli anni ’90, ispirata da mio padre che era molto sensibile a queste tematiche», spiega «i miei figli studiano a Londra e sono molto impegnati, io sono qui a manifestare anche per loro. In generale vorrei vedere più partecipazione da parte degli adulti, perché questo è un problema di ciascuno». 

Anche Giorgio, “giovane” nonno di 63 anni, ha deciso di unirsi alle proteste: «Seguivo l’informazione sui media e sui social network, ma non mi ero mai attivato in prima persona. È stato dallo sciopero del 15 marzo che ho iniziato a manifestare», racconta. Anche lui quindi si è schierato, in difesa del suo nipotino di un anno e mezzo. Vuole contribuire a costruire un futuro migliore per lui. «Tra le foto su Facebook mi si vede bene, io sono quello con il cartello “Per Enea”».

Giorgio, che, oltre ad essere una attivista, è anche un pittore, racconta del quadro che dipinse ben 25 anni fa. Rappresenta  il deserto, un tornado e, sullo sfondo, vi sono le piattaforme petrolifere. All’epoca il tema era il buco nell’ozono, oggi ridotto quasi a zero. Le conseguenze, però, sono rimaste le stesse. Il nonno di Enea sostiene che nessuno finora si è battuto davvero contro questa emergenza che dura ormai da decenni. Per lui non bisognava certo aspettare l’ultimo rapporto mondiale sul clima del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) per arrivare a capire  che la temperatura del pianeta si sta alzando a ritmi vertiginosi. Resta appena un decennio per impedire che la temperatura si alzi ancora di 1,5°C a causa dei crescenti livelli di CO2 immessi nell’ecosistema globale. Giorgio pensa soprattutto a suo nipote, ma in fondo anche a se stesso visto il poco tempo rimasto a disposizione per agire.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa25-11-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Ambiente Cittadinanza, partecipazione Ruolo sociale Situazioni climatiche