Gli ultimi dati Istat sull'occupazione (maggio 2019 su aprile) contengono notizie in parte positive in parte negative. Iniziando dalle prime, il dato sull'occupazione complessiva raggiunge il record massimo finora raggiunto del 59%. Inoltre, per la prima volta dal 2012, i disoccupati scendono al 9,9%, sotto la “soglia psicologica” del 10%. Meno positivo ma ineluttabile il fatto che, a trainare la crescita occupazionale, siano i “lavoratori anziani” over 50. A maggio 2019 fanno rilevare un +1,6% (anche al netto della componente demografica) che deriva dalla maggiore permanenza degli occupati nel mondo del lavoro post riforma Fornero e nonostante “quota cento” che ha visto molte meno adesioni del previsto (142.000 a inizio giugno).
L'esultanza dei dati positivi non può attenuare il fatto che, a restare a mani vuote, sono i più giovani. Gli inattivi, gli sfiduciati che un lavoro non ce l’hanno e non lo cercano più, aumentano in tutte le fasce d’età, tranne che tra i lavoratori anziani.
A maggio 2019, l'Istat conta 67.000 occupati in più in un mese, anche grazie all’impennata dei lavori stagionali. A maggio 2018, gli occupati in più rispetto al mese precedente erano stati 114.000. In tutte queste cifre i giovani sono i grandi assenti; più penalizzati sono quelli tra i 15 e i 24 anni che, non solo non crescono, ma diminuiscono dello 0,7% (14.000 in meno), con un aumento degli inattivi dello 0,2% (+11.000). Lo stesso succede nella fascia di mezzo 35-49 anni: tasso di occupazione -0,1% e inattivi a +0,1%. Solo fra gli over 50 crescono gli occupati (+0,4%) e scendono gli inattivi (-0,1%),
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)