Una infermiera e ricercatrice italiana da anni impiegata in una struttura della zona a nord di Londra, intervistata da Huffingtonpost, ha denunciato che, nel suo ospedale stanno iniziando a discriminare fra pazienti over e under 65: "da noi è ancora possibile venir ricoverati se si hanno più di 65 anni, ma se si chiama l’ambulanza o il numero verde 111 (dedicato all’emergenza covid-19) dicendo di avere tutti di sintomi del virus, quella telefonata non viene considerata come alta priorità. Quindi, tanto per intenderci, se hai meno di 65 anni l’ambulanza può arrivare in 10 minuti, se sei più grande può mettercene 50" Questa la spiegazione che si è data l'infermiera italiana: "la vita dei più anziani sembra avere meno valore agli occhi di chi gestisce le strutture ospedaliere, quindi meglio curare e dare la priorità ai giovani".
La ricercatrice italiana, che lavora proprio ai trial clinici per l'individuazione di un possibile vaccino contro il virus, non ha potuto dichiarare la sua identità perché in tutta la Gran Bretagna ai dipendenti di strutture ospedaliere è vietato rilasciare interviste.
Altre due circostanze sembrano indicative di questa gestione "discrimintoria" dell'emergenza Oltremanica.
A inizio aprile, Linda Pasqui, italiana residente a Londra, dopo aver contratto il coronavirus, si era vista negare assistenza medica e ricovero in uno degli ospedali della capitale britannica. Il suo video in cui lanciava l'appello "italiani svegliatevi" è diventato virale in rete ed ha denunciato anche la carenza di mascherine per il personale sanitario inglese.
Inoltre, la BBC ha, negli ultimi giorni, condotto una inchiesta dalla quale emerge che in alcune città della Gran Bretagna le strutture ospedaliere non consentirebbero più il ricovero di pazienti over 70 con sintomi da Coronavirus.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)