Nei pazienti più anziani con diabete di tipo 2, l’uso di metformina è stato associato a un declino cognitivo più lento e a un rischio ridotto di demenza.
È quanto emerge da di uno studio prospettico osservazionale pubblicato sulla rivista Diabetes Care. Serviranno comunque trial randomizzati su un campione più ampio per confermare i risultati.
Il 60% dei pazienti che soffrono di diabete di tipo 2 sviluppa demenza, hanno osservato gli autori dello studio, e si pensa che il meccanismo coinvolga la neurodegenerazione causata da iperglicemia, iperinsulinemia e stress ossidativo. Ricerche precedenti hanno suggerito che gli ipoglicemizzanti come la metformina, gli inibitori della DPP-4, gli agonisti del GLP-1, gli SGLT2 inibitori e le sulfoniluree possono rallentare il declino cognitivo in questi soggetti.
«In oltre mille pazienti seguiti per 6 anni, il declino cognitivo complessivo e quello della funzione esecutiva sono stati significativamente più lenti (rispettivamente p=0,032 e p=0,006) nei diabetici trattati con metformina rispetto ad altre terapie, con tassi simili a quelli dei pazienti senza diabete» hanno scritto Katherine Samaras e colleghi del Garvan Institute of Medical Research nel New South Wales, in Australia. Inoltre l’uso di metformina era associato a una riduzione dell’81% del rischio di nuovi casi di demenza (p=0,030) in un modello statistico aggiustato per fattori come età, sesso, indice di massa corporea, malattie cardiovascolari, pressione sanguigna, fumo e genotipo dell’apolipoproteina E (APOE).
«Abbiamo rivelato un nuovo e promettente potenziale di un farmaco sicuro e ampiamente utilizzato, che potrebbe cambiare la vita dei pazienti a rischio di demenza e delle loro famiglie» ha detto Samaras. «Nelle persone con diabete di tipo 2 la metformina può aggiungere un vantaggio per la salute cognitiva alla riduzione della glicemia».
(Fonte: tratto dall'articolo)