Una ricerca del Baycrest's Rotman Research Institute (Toronto - Canada), pubblicata da poco sulla rivista specializzata Neuropsychologia, ha cercato di fare luce sulle cause che portano gli anziani a soffrire di problemi di memoria. Lo studio ha dimostrato che nelle persone della terza età la relazione tra quel che vedono gli occhi e l’attività celebrale è molto debole. La ricerca è stata condotta su 21 persone di età compresa tra 64 e 79 anni e su altre 20 tra i 19 e i 28 anni. A tutti i partecipanti sono stati mostrati per un breve lasso di tempo dei volti su uno schermo. Alcune immagini sono comparse più volte e i ricercatori ne hanno approfittato per analizzate i movimenti oculari e le scansioni celebrarli di coloro che le osservavano. I risultati evidenziano un numero maggiore di movimenti oculari negli anziani, a cui però non è associato un modello corrispondente nell’attività celebrale. "I risultati dimostrano che gli occhi e il cervello prendono informazioni da ciò che li circonda, ma l'aspetto di collegamento che crea un ricordo sembra essere 'rotto'”, conclude Jennifer Ryan una delle autrici dello studio “quando la memoria non viene creata, un oggetto continua a non essere familiare, anche quando la persona che lo guarda l'ha visto più volte."
(Fonte: tratto dall'articolo)