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“Nadie nos aplaudió, y ahora ya han vuelto a olvidarnos” - "Nessuno ci ha applaudito, e ora ci hanno di nuovo dimenticati"

El País, 12-07-2021

Per mesi Mercedes ha chiamato i suoi fratelli al telefono, piangendo con loro, poi si lavava il viso e continuava a lavorare. "La mattina in cui mia madre è morta, non sono tornata a casa, era scoppiata un'epidemia nella residenza", dice questa donna di 61 anni. Era agosto, non poteva percorrere gli 800 chilometri che la separavano dalla sua famiglia, aveva paura di contagiarli, e nel suo centro, in Catalogna, metà degli anziani erano contagiati e metà del personale era senza lavoro. "Era l'unica infermiera, i residenti non avevano nessuno a parte noi". Il suo non è un caso isolato. I lavoratori - per lo più donne - delle oltre 5.000 residenze nel Paese hanno sopportato il rischio maggiore, hanno trascorso mesi di tensione affinché non si scatenasse il peggio: portare il virus nella Rsa o a casa propria.

La pandemia ha messo nero su bianco problemi che si trascinano da anni: a partire dal sottofinanziamento. Molti lavoratori si sentono abbandonati, senza riconoscimento sociale o lavorativo. Ana Isabel López, assistente socio-sanitaria di 49 anni, riassume in una frase un sentimento condiviso: "Nessuno ci ha applaudito, siamo stati ignorati, e ora ci hanno nuovamente dimenticato". Il settore considera di fatto il finanziamento fondamentale per migliorare le condizioni di stress traumatico, il sovraccarico lavorativo, la pressione sociale derivante dal lavoro e dal controllo delle famiglie e delle autorità, e l’alta sofferenza con il contatto travolgente con la morte e il dolore. Ma per molti il riconoscimento economico non basta a sollevarli dal senso di discredito generalizzato che sentono provenire dalla società verso il loro lavoro.

Come nel resto del mondo il Covid ha scoperto la situazione delle residenze: le condizioni di lavoro di migliaia e migliaia di lavoratori, il rischio di burn out, i salari precari, le ispezioni che non funzionano. Ma, denunciano le associazioni dei lavoratori, "le amministrazioni sapevano perfettamente" in che situazione si trovavano prima della pandemia. Il piano approvato dal Ministero per i diritti sociali pochi mesi fa, che ha ottenuto il sostegno di datori di lavoro e sindacati, ha comportato l'iniezione di 600 milioni di euro, una boccata d’ossigeno per il settore assistenziale. Uno degli obiettivi che si vuole raggiungere è migliorare le condizioni di lavoro. Il Governo e le regioni si sono impegnate a negoziare entro l’anno un accordo quadro che stabilisca la qualità minima che i servizi devono soddisfare, compreso il rapporto sull’organico.

Ma gli ostacoli non mancano. Il Círculo Empresarial de Attention to People (Ceaps), una delle associazioni dei datori di lavoro, spiega che sono d'accordo per aumentare stipendi e organico ma che ciò deve essere legato al finanziamento statale. Anabel Quiroga, membro della Federation of Elderly Care Entities, che raggruppa 60 centri gestiti da organizzazioni senza scopo di lucro, ritiene necessario, inoltre, un cambiamento culturale. "L'assistenza agli anziani è purtroppo ancora sottovalutata", afferma.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione2021
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LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-07-12
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Fonte
Approfondimenti Online
FonteEl País
Subtitolo in stampaEl País, 12-07-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Operatore socio-assistenziale e sanitario Residenza Sanitaria Assistenziale