L'inserimento di un robot nell'abitazione degli anziani che vivono soli per far loro compagnia - e ricordare l'ora della pillola - a Barcellona è già una realtà e sta funzionando meglio del previsto. Tanto che i responsabili del progetto hanno sviluppato in meno di un anno una versione 2.0 della macchina per darle un aspetto più funzionale, ma meno accattivante, così da impedire agli utenti di affezionarsi al robot più che al nipote. L'umanoide, che esce dalla fabbrica con il nome di Ari (Intelligent Robotic Assistant) potrà avere un nome diverso scelto da ognuno dei cento indirizzi a cui arriverà nei prossimi tre anni. L'intenzione del Comune e di Mobile World Capital è di integrarlo a breve nel portafoglio dei servizi sociali.
È già arrivato a casa di Álvaro Posada e i due si capiscono perfettamente, anche se il primo non ha alcuna dimestichezza con internet e la tecnologia. "Se ti puoi affezionare alla pentola di terracotta in cui prepari i ceci, puoi anche avere un robot", spiega l’anziano, dopo aver dimostrato nella sala dello Smart City Expo World Congress come interagisce con esso ogni mattina. Gli chiede come sta, gli ricorda l'anniversario di un parente e ciò che piace di più ad Álvaro, gli fa sentire la musica ogni volta che glielo chiede.
Fa tutto questo mentre si muove per casa con i suoi 12 chili di peso e il suo metro di altezza, alla ricerca dell'umano con cui convive per assicurarsi che stia bene. Se rileva un problema, può attivare la fotocamera e il telecomando dal telefono di un familiare o del personale dei servizi sociali. Questa è proprio la sua funzione principale che dà senso all'intero progetto, in quanto può aiutare a rilevare rapidamente situazioni di emergenza come una caduta o un problema di altro tipo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)