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Sangiorgio Pietro

L’abitare delle persone con demenza

Abitare e Anziani, 2/2021, 2021, pp.14-21

La maggior parte delle persone affetta da demenza sceglie di rimanere nella propria casa e solo più raramente di spostarsi in una struttura. Il problema principale di chi rimane in casa è chiaramente l’isolamento sociale, che a volte può sfociare nell’abbandono. Inoltre la demenza aumenta i rischi di malnutrizione e disidratazione (i pazienti dimenticano di mangiare), delle cadute (per le difficoltà percettive), degli incidenti (per negligenza nell’uso dei dispositivi), di scarsa igiene. L’alternativa è il “modello hotel”, sostanzailmente strutture istituzionali con azioni di assistenza e cura, che si distinguono tra Servizi socio-assistenziali con prevalente funzione assistenziale, e tra RSA (residenze sanitarie assistenziali) e RSSA (residenze socio-sanitarie assistenziali), che esercitano un’azione a carattere sanitario con personale idoneo.

L’orientamento di rimanere nella propria abitazione il più a lungo possibile fa sì che si ricorra a queste soluzioni in un’età sempre più tarda, quando la situazione generale è sempre più compromessa. Per le famiglie e i residenti, infatti, si tratta di strutture fredde e impersonali – come hotel – con una media alta di posti letto. Inoltre il personale, ancorchè qualificato per seguire i malati affetti da demenza, risulta scarso, limitando di fatto la possibilità per il residente di mettersi in gioco, con una rapida perdita delle facoltà pratiche. L’alternativa a queste soluzioni consiste in un numero contenuto di progetti alloggiativi specialistici extra care per persone con demenza o nei villaggi Alzheimer.

Nel Regno Unito a questo proposito circolano diverse idee e buone pratiche. La maggior parte sono interessate a permettere alle persone con demenza di rimanere indipendenti il più a lungo possibile. I punti di forza sono: un ambiente domestico e familiare; sufficiente spazio per oggetti e beni personali; una disposizione degli ambienti agevole; accessibilità visiva con aree open-space. Dementia Care ha elaborato un modello abitativo di piccolo gruppo costituito da persone con uno stadio di demenza medio o avanzata e, in molti casi, fino al fine vita. Il progetto- tipo consiste di 5 o più bungalows con 5 posti letto, in uno spazio ravvicinato. Ciascuna villetta è costruita seguendo le linee guida del progetto sviluppato dal Dementia Service Development Centre dell’università di stirling (UK).

I bungalows appartengono ad una associazione edilizia, ogni residente ha la sua camera da letto con servizi, cui si aggiunge una sala comune, cucina, veranda, camera da pranzo e un giardino recintato. Le famiglie possono fare visita in qualsiasi momento ed è possibile organizzare festeggiamenti in comune (Natale, compleanni). Ogni villetta è gestita da un team leader responsabile di tutto lo staff che vi lavora e che viene supportato da un operatore specializzato. A differenza del modello hotel, i residenti sono incoraggiati a svolgere le attività quotidiane, dalla spesa online, alla cucina e alla pulizia quotidiana di sé e dell’ambiente. I costi sono ripartiti tra pubblico (servizi sociali statali) e privato (i residenti pagano affitto e servizi condominiali, cibo e spese personali). La difficoltà può consistere nell’abbinare i residenti di ciascun bungalow in base alle loro caratteristiche individuali, ma l’esperienza mostra nel tempo la nascita frequente di nuove amicizie.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Sangiorgio Pietro
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine14-21
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero2/2021
Fonte
Approfondimenti Online
FonteAbitare e Anziani
Subtitolo in stampaAbitare e Anziani, 2/2021, 2021, pp.14-21
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Sangiorgio Pietro
Attori
Parole chiave: Abitazione Buone pratiche Demenza senile Malattia di Alzheimer