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Gori Cristiano

La riforma nazionale dell’assistenza agli anziani non autosufficienti - parte seconda

Prospettive Sociali e Sanitarie, 4/2020, 2021

Nell’ambito di un progetto rivolto ad una nuova Long-term care, è importante tenere a mente alcune considerazioni.

Alcuni insistono sull’assistenza domiciliare come alternativa alle strutture. A loro parere, la pandemia dimostra che l’investimento sulla residenzialità è eccessivo poiché una parte significativa degli ospiti potrebbe usufruire di assistenza a domicilio.

Inoltre il domicilio è un luogo in cui, non entrando in contatto con altri anziani portatori di Covid-19, molti non si sarebbero ammalati.

Tale ragionamento sfocia nell’equazione “troppa residenzialità uguali troppi contagi”.

Questo punto di vista pare lontano dalla realtà degli anziani di oggi. Questi ultimi, nella gran parte, ricorrono alle residenze quando le condizioni di salute richiedono cure qualificate sul piano clinico e assistenziale, che non possono essere prestate in maniera adeguata a casa.

Qualche decennio fa le cose andavano diversamente, ma attualmente sono pochi gli ospiti che potrebbero restare nella loro abitazione ricevendo gli interventi ai quali hanno diritto.

È certo, quindi, che occorra investire maggiormente in soluzioni domiciliari e intermedie, ma questo sforzo dev’essere aggiuntivo e non alternativo a quello per la residenzialità.


In questo quadro ifinanziamenti sono solo una metà della questione della domiciliarità. L’altra riguarda la progettazione delle risposte per gli anziani non autosufficienti.

Infatti, pur in un panorama eterogeneo, nel nostro Paese è possibile individuare alcune criticità piuttosto diffuse.

Anzitutto, il più diffuso servizio domiciliare, l’Assistenza domiciliare integrata (ADI), offre in prevalenza interventi di natura medico-infermieristica, intesi come singole prestazioni sanitarie, sovente in assenza di una presa in carico legata alla condizione di non autosufficienza.

Poi il disagio socio-economico quale criterio per ricevere i servizi domiciliari comunali che impedisce a molti anziani non autonomi di usufruire di tali servizi.

Infatti, spesso la non autosufficienza non basta per poterli ricevere, essendo utilizzati soprattutto per affrontare problematiche legate al contesto familiare e alla mancanza di rete.

Inoltre, la demenza, il più rilevante profilo degli anziani non autosufficienti degli ultimi 15 anni, fatica ancora a trovare adeguate risposte dai servizi domiciliari.

Infine le Unità valutative territoriali generalmente svolgono una efficace funzione di governo della domanda.
Spesso incontrano però difficoltà a compiere una vera presa in carico.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Gori Cristiano
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero4/2020
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive Sociali e Sanitarie
Subtitolo in stampaProspettive Sociali e Sanitarie, 4/2020, 2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Gori Cristiano
Attori
Parole chiave: Anziano non autosufficiente Welfare