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Carrino Antonella

La riapertura dei ristoranti: 2 italiani su 3 non pensano di tornarci a breve

15-05-2020

La riapertura dei ristoranti: 2 italiani su 3 non pensano di tornarci a breve

Una indagine condotta da The Fork (app di  prenotazione ristoranti online) delinea il quadro futuro delle intenzioni di consumo dell'utenza alla riapertura dei ristoranti, dopo la prima fase di emergenza del Coronavirus. 

Lo studio, che ha indagato anche altre nazioni  - e naturalmente le intenzioni dei ristoratori in questa fase -  si è svolta  a maggio su un panel totale di 12.000 rispondenti in Francia, Spagna, Italia, Olanda, Portogallo, Austria, Svizzera, Regno Unito, Germania, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Australia. Nel nostro Paese il campione era composto da 1.500 utenti e 285 ristoranti. Questi i dati di dettaglio relativi alla Penisola.

Più della metà degli italiani non vuole tornare al ristorante

Gli utenti sembrano divisi tra il desiderio di uscire e le preoccupazioni legate al contagio. A livello nazionale, più di 1 utente su 3 (il 36% del campione) prevede di recarsi al ristorante come nell’era pre-Covid. Di conseguenza, circa 2 persone su 3 (il 57%) pensano di ridurre o annullare le occasioni di consumo fuori casa. La percentuale degli incerti oscilla fra il 7 e il 9% ed è maggiore al centro e al Nord del Paese. Si ha molta paura in Campania (il 69% non uscirà), mentre c’è più desiderio di uscire nel centro e nel nord, specie in Emilia Romagna, Lazio e Lombardia (il 36-38% andrà fuori come o più spesso di prima).

Perché non si vuole tornare al ristorante?

Quanto alle motivazioni di questo "freno" all’esperienza di ristorazione, prevale la paura del contagio in 4 casi su 10 (43%), seguita in circa 3 casi su 10 (il 27%), dal timore che le disposizioni di sicurezza rendano il mangiare fuori meno appetibile. Infatti, nel 66% dei casi si ritiene che le cautele siano indispensabile per rendere frequentabili i locali.  

Come incentivare il ritorno?

Dalla ricerca emerge che, ad incentivare il ritorno possono contribuire i servizi digitali. Nell’ordine la comunicazione online delle misure di prevenzione messe in campo dal ristorante, ritenuto rassicurante dal 57% degli utenti; la possibilità di prenotare tavoli all’aperto (56%) ed eventuali recensioni dedicate alle norme anti-Covid (33,6%). In ultimo, sarebbe utile prevedere la digitalizzazione di alcune operazioni che riducono al minimo i contatti umani (come ordinare e pagare direttamente da app).

I tempi per il ritorno alla “normalità”?

La maggioranza degli utenti (86%) prevede di tornare al ristorante entro 3 mesi dalla riapertura (86%), con più attenzione al conto poiché per il 45% degli intervistati si è impoverito con l’emergenza.

Nel frattempo, gli utenti prevedono di servirsi di più dell’asporto e, dalla fine dell’isolamento (4 maggio), più di 3  su 10 (33%) prevedono di usarlo una volta a settimana contro il 27% di prima. Le consegne a domicilio usate ogni settimana, prima della quarantena dal 33,4% degli intervistati sono salite al 41,3% e sono previste in crescita al 58% nel prossimo futuro.  

E i ristoratori?

Circa 2 ristoratori su 3 (67%) vogliono riaprire il servizio in sala appena possibile e pensano di poter rispettare la distanza di sicurezza tra i tavoli e, se necessario, ridurranno il numero di coperti. Il 21% dei ristoranti considerati nello studio prevede di compensare la limitata capienza per servizio in sala aumentando le ore di attività incrementando la turnazione dei tavoli.  

Più di 1 ristoratore su 2 (55%) punta a mantenere stabili i prezzi e si pensa già a meccanismi incentivanti come l’introduzione di piatti più economici in carta (76%), i menù degustazione con prezzi ridotti (80%) o ancora bibite e dessert in omaggio (52%). Chi lo ha  fatto finora, prevede di continuare a fornire la consegna a domicilio e l’asporto, ma non ci si aspetta nelle prossime fasi un’impennata degli ordini.

Il confronto internazionale

In Italia Spagna e Portogallo sono risultati i Paesi più cauti sulle riaperture. Negli altri Paesi  si pensa di pensa di tornare a mangiare fuori casa per lo più entro un mese dalla riapertura dei ristoranti. La stragrande maggioranza del campione si preoccupa della sicurezza sanitaria. Rispettare le misure di contenimento è considerato molto importante o essenziale dal 70% al 90% dei rispondenti a livello globale.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa15-05-2020
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Carrino Antonella
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Parole chiave: Alimentazione Ricerca Stili di vita