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Bartoloni Marzio

Istat. Dopo il Covid peggiora lo stato di salute della popolazione anziana

Il Sole 24 ore, 25-04-2023

L’Istat nei suoi indicatori Bes appena pubblicati ricorda che se nel 2013 erano il 54% gli over 75 «con gravi limitazioni nelle attività o in condizioni di multicronicità» il dato è poi sceso, ma «tra il 2019 e il 2022 si osserva, tuttavia, una stabilità nei valori registrati» che porta la quota di questi grandi anziani con più patologie a fermarsi a quota 49% dei 7 milioni e 150mila over 75 italiani e quindi a più di 3,5 milioni bisognosi di cure. Un numero che sta mettendo a terra la Sanità territoriale che dovrebbe raggiungere a casa almeno un milione di anziani con i fondi Pnrr e con la riforma dell’assistenza ai non autosufficienti a corto di risorse.

Sul banco degli imputati c’è certamente il Covid visto che - come ricorda sempre l’Istat - «negli anni precedenti la pandemia si è osservato un progressivo miglioramento delle condizioni generali di vita della popolazione che ha portato il nostro Paese al primo posto nel panorama internazionale. Tale situazione positiva è stata, tuttavia, messa decisamente in crisi dal diffondersi della pandemia da SARS-CoV-2 che ha dominato la scena internazionale a partire da marzo 2020, con un forte impatto sulle condizioni di salute soprattutto della popolazione anziana più fragile».

Da qui innanzitutto l’eccesso di mortalità «connesso alla diffusione della pandemia ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita alla nascita di oltre 1 anno di vita, solo parzialmente recuperata nel 2021 e nel 2022 (82,5 e 82,6 anni rispetto agli 83,2 anni del 2019)». Ma a pagare il prezzo più alto ovviamente sono stati gli anziani e, in particolare, le donne che tra gli over 75 rappresentano la quota principale dei fragili con più patologie (sono il 54,7% rispetto al 40,9% degli uomini). Ovviamente i “multicronici” aumentano progressivamente al crescere dell'età, raggiungendo il 60,9% tra le persone di 85 anni e più (rispetto al 39,2% delle persone di 75-79 anni).

La quota di anziani over 74 in cattive condizioni di salute è poi minore tra le persone con almeno il diploma (34,2% tra gli uomini e 46,1% tra le donne), mentre aumenta tra chi possiede al massimo la licenza elementare (44,6% tra gli uomini e 57,5% tra le donne). Tra le patologie croniche che più caratterizzano questa fascia di età si confermano anche nel 2022 l’ipertensione e i problemi osteoarticolari (artrosi/artrite) che, da soli o in concomitanza con altre patologie croniche rilevate, riguardano ben 1 anziano su 2. Seguono l’osteoporosi (30,8%), il diabete (21,6%) e alcune patologie a carico del sistema nervoso (15%).

All'interno di quest'ultima categoria l'Alzheimer e la demenza senile riguardano quasi un anziano su dieci (8,3%), mentre il parkinsonismo una percentuale più bassa pari al 2,3%. A confermare che l’asticella dei 75 anni è quella che segna il passaggio ad un aumentato bisogno di cure è anche il dato che secondo l’Istat la speranza di vita senza limitazioni a 65 anni è stimata in 10 anni, «ovvero sono 10 gli anni che una persona di 65 anni può contare ancora di vivere in piena autonomia dei complessivi 20,4 anni di vita attesa». Con una minima differenza di genere: «Per le donne a 65 anni sono 9,9 anni sui complessivi 21,9, per gli uomini, invece, sono 10,2 anni su un totale ancora da vivere a 65 anni di 18,9 anni».

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Bartoloni Marzio
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2023-04-25
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 25-04-2023
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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