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Carrino Antonella

Invecchiamento vera minaccia per l’ Europa: specie per l’ Italia

28-01-2020

L’Economist, in un articolo dell’11 gennaio scorso (Demography could be yet another force for divergence within the EU) individua nell’invecchiamento della popolazione una delle minacce più gravi per l’economia del Continente. Entro il 2050 la popolazione europea, compresi gli immigrati, si ridurrà del 5% e avrà un’età media di 47 anni, quattro in più che negli Stati Uniti e nove in più dell’età media che aveva nel 2000. 

Le stesse tendenze si rilevano anche in altri Paesi ricchi e in alcuni di quelli in via di sviluppo, ma l’Europa avrà più difficoltà ad invertirle  a causa delle contraddizioni interne al suo processo di unificazione. I lavoratori del Continente, infatti, si spostano liberamente e molti Paesi condividono la stessa moneta, ma non esiste una politica fiscale comune o una strategia concordata per affrontare l’invecchiamento. In questa situazione gli squilibri saranno più difficili da gestire; specie quelli che riguardano il mercato del lavoro. Nel 2015 c’era un anziano ogni quattro giovani al lavoro (il tasso di dipendenza era al 25%) mentre, nel 2050, questo rapporto sarà di uno a due;  un po’ meglio andrà in  America che a quella data avrà  un pensionato ogni tre lavoratori.  

L’Europa, per di più, dovrà fare i conti con sviluppi non uniformi fra Paesi nord-occidentali (eccetto la Germania) che hanno tassi più alti di natalità e immigrazione rispetto ai Paesi meridionali (fra questi l’Italia), i quali sono fermi o perdono popolazione e, anche rispetto alle nazioni dell’Europa centro-orientale,  manifestano una rapida diminuzione a causa dell’emigrazione.Spagna e Italia, ad esempio, perderanno più di un quarto della loro forza lavoro entro il 2050 e questa disparità demografica farà male all’economia perché diminuirà anche la loro produttività a causa del minor numero di occupati. 


Sempre l’Economist, sottolinea che il debito pubblico lordo  di questi due paesi è già elevato (in Italia è oltre il 130% del Pil), e rischia di aumentare ulteriormente. Inoltre, gli anziani italiani lasciano il lavoro molto prima di raggiungere l’età pensionabile e  molte donne non tornano  al lavoro dopo il parto perché non hanno servizi di assistenza all’infanzia. A 50 anni, poco più della metà delle donne lavora. Per il settimanale di informazione economica inglese “se questi bassi tassi di occupazione persistono con l’avanzare dell’età in Italia, nel 2050 ci saranno più italiani oltre i 50 anni fuori dal mondo del lavoro che lavoratori di tutte le età”.

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa28-01-2020
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Analisi comparative Analisi demografica Europa Lavoro nella terza età