Con la sesta edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile l’Istat ha diffuso il monitoraggio dei diversi aspetti della qualità della vita. Il Rapporto analizza, su un campione di famiglie, le diverse dimensioni del benessere che vanno dalla salute al lavoro e conciliazione dei tempi di vita, dal benessere economico alle relazioni sociali, alla sicurezza, al benessere soggettivo, alla politica e istituzioni pubbliche, dall’ambiente all’innovazione, ricerca e creatività, all’istruzione e formazione, alla qualità dei servizi, al paesaggio e patrimonio culturale. Tutti gli ambiti sono stati ritenuti significativi dal campione considerato. I punteggi sono variati da un minimo di 7,4 (politica e istituzioni pubbliche) a un massimo di 9,5 (salute). Importanti le differenze riscontrate tra le generazioni e tra i livelli di istruzione. L’Istat segnala che gli over 65 e le persone meno istruite sono più sensibili alla sicurezza personale (+ 0,4 rispetto ai più giovani). I laureati danno più importanza ai temi relativi all’innovazione e al paesaggio (rispettivamente +0,9 e +0,7 rispetto a chi ha al massimo la licenza media), ma anche al lavoro e alla politica ((+0,6 per entrambi). Le donne sono meno soddisfatte degli uomini (38,6% contro il 40,6%) come pure gli anziani: il 33% degli over 75 contro il 52,8% dei 14-19enni. Negli ultimi sette anni queste quote sono diminuite per entrambi i sessi: specie tra i giovani di 20-34 anni, in particolare maschi, e nella seconda età adulta, soprattutto tra le donne di 55-59 anni.
(Fonte: tendenzeonline.info)