Il sindaco di Robbio, piccolo comune del bresciano, ha deciso di effettuare uno screening di massa su base volontaria dei suoi 6 mila concittadini.
Questa la motivazione fornita: “sono stanco di vedere morire gente in casa, in particolare è inaccettabile che gli anziani muoiano soli tra le sofferenze” e ha aggiunto "Quando i malati vengono portati via con la crisi respiratoria è troppo tardi, le cure vanno iniziate nei primi sette giorni. Non sopporto che uno Stato condanni gli anziani a morire".
Si è iniziato proprio dalle due case di riposo del territorio, gestite da fondazioni private ma con rappresentanti del comune nei consigli di amministrazione, ed è la prima volta che si cerca di accertare la reale diffusione del contagio in queste strutture. Sono stati fatti i prelievi a tutti, non solo agli ospiti, ma anche agli inservienti e gli operatori che ci lavorano. Afferma il sindaco:" L’iniziativa è stata loro, noi gli abbiamo messo a disposizione il laboratorio privato di analisi. Avremmo fatto volentieri i tamponi ma sul mercato non si trovano”.
Dopo le case di riposo sarà la volta degli altri cittadini di Robbio poi sarà la volta dei comuni limitrofi che hanno aderito all'iniziativa e della aziende locali che pagano il test per i loro dipendenti.
L'iniziativa è stata pubblicizzata sui social e col passaparola, non sui canali ufficiali. Tra le finalità, spiega il sindaco "c’è quella di fornire il plasma dei pazienti che hanno superato l’infezione al Policlinico di Pavia. Vediamo dal punto di vista burocratico come passargli i dati, la gente ha comunque firmato la liberatoria. Il plasma può aiutare a guarire”.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)