Uno studio statunitense ha identificato in alcune varianti genetiche il segreto della longevità dei centenari. Fino a poco tempo fa questa era un’idea che medici e ricercatori in qualche modo già “sentivano”, ma che negli ultimi mesi, grazie anche ad un lavoro italiano, ha trovato una doppia conferma scientifica.
In particolare, un imponente studio globale condotto da un team del Dipartimento di genetica dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, insieme ad altre 14 organizzazioni scientifiche internazionali, compresa l’italiana Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria Università di Camerino e pubblicato sulla rivista Nature Aging, individua in alcune rare varianti genetiche il segreto della longevità dei centenari.
Si tratterebbe secondo la ricerca, di alcuni geni definiti “vantaggiosi” che con molta probabilità sono in grado di proteggere chi li possiede dalla malattie tipiche dell’invecchiamento. Lo studio, tra i più importanti del settore - anche per il numero delle persone coinvolte, circa un migliaio in varie parti del mondo -, ha confrontato il Dna dei 515 centenari con quello di un campione di circa 500 anziani con un’età compresa tra i 70 e i 95 anni.
"L’estrema longevità negli esseri umani ha una forte componente genetica, ma se questo coinvolge la variazione genetica negli stessi percorsi di longevità come trovato in organismi modello non è chiaro", spiegano nella relazione introduttiva i responsabili principali dello studio, Jhih-Rong Lin e Patrick Sin-Chan. E per questo, utilizzando le sequenze dell’intero esoma di un gran numero di centenari, i ricercatori hanno trovato che questi individui "hanno un numero di varianti di codifica rare patogene simili agli individui di controllo, suggerendo che le varianti rare rilevate nelle vie di longevità conservate sono protettive contro la patologia legata all’età".
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)