Le donne, nell’arco della vita, ma soprattutto dopo i 65 anni, corrono un rischio ictus più elevato degli uomini e risultano più vulnerabili sul fronte degli esiti: maggiore mortalità, disabilità, depressione e demenza post-ictus rispetto all’uomo.
È quanto viene evidenziato dall’ultimo Rapporto sull’ictus in Italia. «Donne e uomini – si legge –, pur essendo colpiti dalle stesse patologie, presentano sintomi, evoluzione di malattia e risposta alle terapie anche molto diversi tra loro». Per questo la necessità di porre l’attenzione sullo studio del genere in tutte le aree mediche. I fattori di rischio cardio-cerebrovascolari sono: l’età, la pressione arteriosa, la colesterolemia, l’indice di massa corporea, il diabete, la familiarità. L’età è il maggior fattore di rischio per ictus. E considerando che le donne vivono più a lungo degli uomini aumenta la probabilità di avere un ictus. L’incidenza della malattia aumenta infatti con l’avanzare dell’età: «in particolare aumenta esponenzialmente dopo i 65 anni». L’età media all’esordio dell’ictus è 69 anni per la popolazione maschile e 74 per quella femminile.
(Fonte: tratto dall'articolo)