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Ferrara Maurizio

I fondi del PNRR e gli errori da evitare: un aiuto vero agli anziani

www.secondowelfare.it, 27-10-2021

I fondi del PNRR e gli errori da evitare: un aiuto vero agli anziani

In Italia gli anziani non autosufficienti, ossia coloro che non sono in grado di svolgere da soli le normali attività quotidiane e hanno bisogno di assistenza, rappresentano il 5% della popolazione e il loro numero probabilmente raddoppierà entro il 2030.

In extremis, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si è ricordato di loro, stanziando più di 7 miliardi per il periodo 2022-2026. Il nodo cruciale è la domiciliarità. Lo strumento più diffuso è oggi l’Adi (Assistenza Domiciliare Integrata), che di fatto si concretizza in prestazioni medico-infermieristiche erogate per brevi periodi, in un’ottica clinico-ospedaliera. Ci sono poi i Sad: i servizi domiciliari dei Comuni, riservati agli anziani non autosufficienti senza risorse, con un’ottica prevalentemente assistenziale e “residuale”: il welfare pubblico subentra quando la famiglia non ce la fa da sola.

I Paesi europei più avanzati s’ispirano invece a una terza logica, di natura multidimensionale. Si parte da una valutazione complessiva delle condizioni dell’anziano che ha bisogni molto eterogenei. Si individuano così i vari fattori di fragilità in relazione al contesto di vita, il tipo e il grado di disabilità, motoria e/o cognitiva. Poi vengono progettate le risposte, combinando diverse modalità di intervento. È il paradigma della long term care, l’assistenza continuativa di lungo periodo, adottato dalle riforme introdotte in Francia, Germania, Spagna e Austria ed è fortemente raccomandato dalla Ue (che invece ha criticato l’Adi, tanto da non includerla nel novero delle politiche dedicate alla non autosufficienza).

Per spingere il governo ad adottare il paradigma corretto, una quarantina di associazioni attive nel settore (dalla Caritas a Cittadinanzattiva, dall’Ordine degli assistenti sociali alla Società italiana di Gerontologia) hanno siglato lo scorso luglio un Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, facendo proprio un piano dettagliato di proposte redatto da un gruppo di esperti. Una iniziativa simile a quella promossa qualche anno fa dall’Alleanza contro la povertà, riferita alla introduzione di uno schema nazionale di reddito minimo garantito.

Muovendosi in controcorrente, il governo sembra ora intenzionato a concentrare i primi investimenti del PNRR proprio sull’Adi, depotenziando i servizi dei Comuni. Sarebbe un errore: l’allineamento con il paradigma europeo richiederebbe semmai di far leva proprio sui servizi locali per cambiare il modello di intervento. La posta in gioco è rilevante e delicata, non può essere lasciate nelle mani delle burocrazie amministrative. Come dicono i tedeschi, si tratta di Chefsache: una materia che va seguita da un ministro. Anzi, da due: quello della Salute e quello del Welfare. La futura riforma sarà un successo se porterà entrambi i loro nomi. Questo vorrà dire che si saranno create le necessarie sinergie tra due comparti rilevanti del welfare.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Ferrara Maurizio
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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-10-27
Numero
Fontewww.secondowelfare.it
Approfondimenti Onlinewww.secondowelfare.it/primo-welfare/i-fondi-del-pnrr-e-gli-errori-da-evitare-un-aiuto-vero-agli-anziani/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=percorsi_di_secondo_welfare_newsletter_42_2021&utm_term=2021-11-02
Subtitolo in stampawww.secondowelfare.it, 27-10-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Ferrara Maurizio
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Parole chiave: Assistenza Domiciliare Assistenza Domiciliare Integrata Welfare