Un sondaggio condotto a febbraio da Nielsen Global Connect punta a verificare come gli italiani stanno affrontando l’emergenza COVID-19. Il tema è assolutamente sentito visto che quasi tutta la popolazione (94%) si informa almeno una volta al giorno.
Quasi 7 connazionali su 10 (69%) vanno alla ricerca di notizie più volte nelle 24 ore ma, dato confortante, meno di 2 italiani su 10 (il 17%) si dichiarano effettivamente preoccupati del contagio a causa di una eventuale epidemia. Le fonti di informazione utilizzate non fanno emergere un approccio particolarmente orientato all’approfondimento. Per tenersi aggiornati si usano molto di più i canali istituzionali e giornalistici rispetto a quelli “sociali”; molto scarso è il ricorso alle fonti specialistiche. Quasi 8 italiani su 10 (74%) si affidano a notiziari e programmi televisivi, seguiti da siti di news (39%), siti delle istituzioni (35%), stampa cartacea italiana (19%) ed estera (11%). Per quanto riguarda le fonti “sociali”, il canale primario sono i social network (24%), seguiti da amici, colleghi e famigliari (14%). Poco più di 1 italiano su 10 (12%) si “affida” a personale specializzato medico e sanitario.
Per quanto riguarda lo stato di allerta a livello territoriale, il dato inatteso riguarda il minor grado di preoccupazione diffuso proprio nelle aree dei due focolai: i meno preoccupati sono proprio i residenti al Nord ed in particolare in Lombardia (16%), in Piemonte e Veneto solo l’11%. Quasi 1 italiano su 4 (23%) è in apprensione al Sud, seguono i residenti al Centro (15%).
I residenti al Nord Est e al Nord Ovest fanno registrare una media del 14% di cittadini che si dichiarano preoccupati mentre in Campania si raggiunge il record regionale con il record di soggetti “in allarme”: quasi 3 su 10(28%).
Ma quando gli italiani pensano che si uscirà dalla crisi? Quasi 1 italiano su 2 (46%), pensa che ne usciremo fra 1 mese; gli altri (54%) pensano che servirà più tempo. Anche qui, la Regione più ottimista in assoluto è proprio la Lombardia, con più di 1 cittadino su 2 (54%) convinto che l’emergenza possa rientrare entro 4 settimane. Quanto al rientro su scala globale, invece, gli italiani sono più pessimisti e pensano si possa collocare in un arco temporale superiore a 2 mesi nel 53% dei casi.
Le abitudini sono cambiate; largamente praticata (79%) quella di lavarsi frequentemente le mani, meno diffuso l’utilizzo di disinfettanti e igienizzanti(45%) e il riparo delle cavità orali con fazzoletti usa e getta in caso di tosse(42%). Oltre alle precauzioni igieniche è cambiata la socialità degli italiani.
Nella maggior parte dei Comuni delle zone colpite quasi 1 italiano su 2 (il 49%) dichiara di evitare luoghi pubblici e affollati, in Lombardia si arriva al 58% (quasi 6 su 10). Al contempo, il 30% dichiara di evitare i mezzi pubblici (39% in Lombardia) e l’8% ricorre a modalità di smart working (18% in Lombardia). Inoltre, si mangia e si beve meno fuori casa: si comporta così più di un terzo degli italiani (35% nel primo caso e 32% nel secondo). In queste settimane stanno anche crescendo abitudini più “domestiche”: il 27%della popolazione dichiara di guardare più televisione e il 15% più contenuti video online.