Mentre gran parte dell'Australia aborigena è in isolamento, gli operatori sanitari si stanno preparando per l'arrivo di Covid-19 proprio in quelle comunità che hanno la sanità più povera della nazione e pochissimi strumenti per fermare il virus. "C'è un senso di tranquillità prima della tempesta", ha detto questa settimana l'amministratore delegato del servizio di dialisi del Deserto Occidentale, Sarah Brown. 

Il personale nelle ultime due settimane ha svuotato la clinica di Alice Springs inviando i suoi pazienti, per lo più anziani, nelle loro abitazione nel bush dove è più sicuro, per ora.

"Il nostro isolamento ci dà un po' più di tempo per prepararci rispetto alle grandi città", ha detto Brown questa settimana.

È in corso una campagna di sanità pubblica in dozzine di lingue aborigene, inclusi brevi video con il tema “stay on country, care for family”.

Uno specialista di medicina di emergenza a Perth, il dottor Nicole Liesis, ha dichiarato: "Quando penso all'impatto di Covid-19 sulla popolazione aborigena anziana, sono moto preoccupato. Sono una risorsa così preziosa, fragile e insostituibile, e soffrono di un pesante carico di malattie e traumi. Hanno già avuto così tante perdite e lutti ed è inevitabile che ci sarà molto dolore nelle settimane e nei mesi a venire”.

Liesis ha poi aggiunto che gli aborigeni anziani potrebbero preferire rimanere a casa e "morire nel bush" piuttosto che essere portati negli ospedali cittadini, e gli operatori sanitari e le famiglie dovranno prepararsi per questo.