La Spagna è tra i primi paesi al mondo - il sesto - a riconoscere un nuovo diritto sociale: l'eutanasia. E con ampio sostegno politico. Il Congresso ha approvato la legge ieri, 17 dicembre, con 198 voti favorevoli, 138 contrari e due astensioni. Una volta superato il procedimento davanti al Senato, nelle prime settimane del 2021, nel Paese sarà legale per un paziente incurabile chiedere aiuto per porre fine alla sua vita.
Il sostegno alla norma ha unito tutte le forze di sinistra, dal PSOE alla CUP, e Ciudadanos, il PDeCAT e il PNV. PP e Vox hanno votato contro. La legge dell'eutanasia e del suicidio assistito è una garanzia, perché impone al paziente di ratificare fino a quattro volte, sotto controllo medico, la propria volontà di morire. E consente l'obiezione di coscienza agli operatori sanitari.
"Nessuno può costringere altre persone a prolungare la loro vita con la sofferenza", riassume María Luisa Carcedo, ex ministro della Salute e relatrice per la legge. "È stato approvato un diritto che ci rende più liberi", aggiunge Carcedo in un'intervista.
Si potrebbe dire che quasi tutto è iniziato a metà degli anni '90 in un villaggio della Galizia. Lì, un incidente aveva intrappolato a letto per tutta la vita un tetraplegico che, incapace di usare le mani, scriveva i suoi appelli con la bocca. Si chiamava Ramón Sampedro e ha infranto quello che in Spagna era un tabù .
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)