Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Dal lieve deficit cognitivo all’Alzheimer la progressione è più rapida nei pazienti con sintomi d’ansia

www.pharmastar.it, 29-11-2020

Molte persone con malattia di Alzheimer soffrono per la prima volta di MCI, un declino delle funzioni cognitive come la memoria e le capacità di pensiero, in modo più rapido di quanto normalmente associato all'invecchiamento. L'ansia è stata frequentemente osservata in pazienti con MCI, anche se il suo ruolo nella progressione della malattia non è ben compreso.  Secondo uno studio presentato all'incontro annuale della Radiological Society of North America (RSNA), l'ansia è associata a un aumento del tasso di progressione dal lieve deficit cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) alla malattia di Alzheimer.

«Sappiamo che la perdita di volume in alcune aree del cervello è un fattore che predice la progressione alla malattia di Alzheimer» ha detto l'autrice senior dello studio Maria Vittoria Spampinato, professore di Radiologia alla Medical University of South Carolina (MUSC) di Charleston. «In questo studio, volevamo vedere se l'ansia avesse un effetto sulla struttura cerebrale, o se l'effetto dell'ansia era indipendente dalla struttura cerebrale nel favorire la progressione della malattia».

In particolare, però, i ricercatori hanno scoperto che l'ansia era associata indipendentemente al declino cognitivo. «I pazienti con MCI e sintomi d'ansia hanno sviluppato la malattia di Alzheimer più velocemente degli individui senza ansia, indipendentemente dal fatto che avessero un fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer o la perdita di volume cerebrale» ha detto la prima autrice dello studio, Jenny L. Ulber, medico presso il MUSC. Lo studio si basava su scansioni MRI fatte in un determinato momento. Per la ricerca futura, il team vorrebbe studiare gli esami di MRI ottenuti dopo la scansione iniziale per comprendere meglio la connessione tra ansia e struttura cerebrale. «Ora siamo interessati a guardare i cambiamenti nel tempo per vedere se l'ansia ha un effetto in un modo o nell'altro sulla velocità con cui il danno cerebrale progredisce» ha chiarito Spampinato. «Valuteremo anche attentamente le possibili differenze di genere nell'associazione tra ansia e declino cognitivo».

(Sintesi redatta da: Righi Enos)

Approfondimenti on line
TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-11-29
Numero
Fontewww.pharmastar.it
Approfondimenti Onlinewww.pharmastar.it/news/neuro/dal-lieve-deficit-cognitivo-allalzheimer-la-progressione-pi-rapida-nei-pazienti-con-sintomi-dansia-34011
Subtitolo in stampawww.pharmastar.it, 29-11-2020
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Righi Enos)
Volume
Approfondimenti
Approfondimenti on line
Attori
Parole chiave: Malattia di Alzheimer Ricerca