La pubblicazione da parte del Ministero della salute dei dati 2018 sulle schede di dimissioni ospedaliere ( Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero) è l'occasione per fare un bilancio del cambiamento del sistema dell’assistenza ospedaliera in Italia. In primo luogo, il rapporto ci dice che, nel 2018, ci sono stati 8,5 mln di ricoveri; rispetto al 2008, il calo è stato di circa il 30% (-3,5 ). Diminuiscono di più i ricoveri nei reparti che trattano gli acuti( -1,5 mln per quelli ordinari e -1,7 mln per quelli diurni). In calo invece la Lungodegenza: dai 109.000 ricoveri del 2008 si è arrivati nel 2018 a 97.000 (-12%). Unica eccezione i reparti di riabilitazione, in cui il volume dei ricoveri ordinari è cresciuto (da 292.000 nel 2008 a 312.000 nel 2018). Nel frattempo, però, sono cresciuti gli anziani che sono la maggior parte degli utenti dei reparti ospedalieri per acuti, lungodegenza e riabilitazione.
In questi 10 anni è cambiata anche la composizione del Servizio sanitario nazionale. Andando ad analizzare sempre in base ai dati forniti dal Ministero della Salute (Annuario Ssn) si scopre che, rispetto a 10 anni fa, sono stati chiusi quasi 200 ospedali e 1000 presidi di specialistica ambulatoriale. Di contro però ci sono 2000 presidi in più per l’assistenza territoriale residenziale, 700 in più per l’assistenza semi-residenziale. E in crescita sono anche le strutture territoriali e per la riabilitazione. Comunque, in questi 10 anni sembra essersi avviato il percorso di potenziamento del territorio in modo da trasformare l’ospedale in un presidio riservato al trattamento delle acuzie. A testimonianza di ciò anche il raddoppio delle persone in Assistenza domiciliare integrata: dieci anni fa erano 500 mila ora sono 1 milione.
Per quanto riguarda i gestori, bisogna aggiungere che lo switch territoriale ha visto un calo della presenza pubblica e la crescita delle strutture assistenziali private. In questa chiave di lettura si può leggere anche il calo dei posti letto ospedalieri che in 10 anni sono diminuiti di circa 40.000 (circa il 18% in meno) così come il personale è sceso di 35 mila unità (-5%). Questa riduzione sembra essre compensata più che dall’aumento dei servizi di assistenza domiciliare e integrata da una maggiore diffusione delle nuove tecnologie, in pratica molti interventi che nel 2008 richiedevano giorni di ricovero oggi si eseguono in day surgery o addirittura nelle asl.
L’unico dato in costante e diffuso peggioramento è il tasso di ospedalizzazione per influenza nell'anziano (per centomila abitanti) nel 2018 è di 11,15, mentre era 8,16 nel 2017. L’aumento è del 27% tra il 2017 e il 2018 e addirittura del 52% tra il 2013 e il 2018.
Questi i più significativi dati regionali: l’ospedalizzazione per influenza dell’anziano, cala, fra il 2017 e il 2018, solo in Valle d’Aosta, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. In tutte le altre Regioni aumenta e al top rispetto al 2017 ci sono le Marche (+ 66% rispetto al 2017) e lal Liguria ( +81 % rispetto al 2013); non a caso la Liguria è la più “anziana” regione italiana.