Perché in Italia muoiono più anziani per Coronavirus che nel resto del mondo? La spiegazione più immediata è quella che stanno dando gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità ad ogni conferenza stampa e nei bollettini ufficiali degli ultimi giorni. Il tasso di invecchiamento della popolazione italiana è molto più alto di quello cinese ed è quindi logico che l’età media dei decessi si attesti da noi ad oltre gli 80 anni. Inoltre, si tratta di persone fragili, con più patologie ( dicono gli ultimi dati in media 2,7 a paziente) che quindi, se contagiate, soccombono più facilmente.
Ora l’epidemia si sta diffondendo in Europa e i ricercatori si stanno concentrando sui dati di evoluzione del contagio all’interno del Vecchio Continente.
Un profilo di riflessione molto interessante viene dall’ Università di Bonn. Qui due economisti: Moritz Kuhn e Christian Bayer, partendo dall’osservazione di dati statistici quantitativi dell’evoluzione dell’epidemia in Germania e Nord Europa, si sono chiesti perché i decessi in Italia sono stati, nelle prime settimane, superiori a quelli registrati nel resto del Vecchio Continente.
Sono partiti dall’osservazione del fatto che in Italia, al primo di marzo, una persona su 30 tra quelle contagiate era deceduta, in Germania, con quasi 4000 casi diagnosticati, c’era stato un decesso ogni 500 positivi al test. Hanno notato poi che il modo in cui il virus era arrivato in Lombardia era analogo a quello con cui si era diffuso in Germania: tramite contatti di lavoro con la Cina.
Bayer e Kuhn hanno poi analizzato i dati
quantitativi che Andreas Backhaus, economista del Federal Institute for Population Research, ha elaborato sulla differenza di età delle persone positive al virus. In Italia due persone su tre a cui è stato diagnosticato il Covid-19 erano over 60; in Germania lo stesso rapporto era di uno a dieci.
Alla osservazione dei dati quantitativi, Bayer e Kuhn hanno aggiunto quella empirica. In Nord Europa e Germania i rapporti intra-familiari sono più diradati. In Scandinavia i bambini tornano a casa da soli da scuola; in Italia, come sappiamo, vanno a prenderli spesso i nonni che sono coinvolti anche su altri fronti nelle vicende di famiglia (da quelle finanziarie, a tutte quelle attinenti la vita quotidiana dei nipoti). Partendo da questa osservazione, i due economisti hanno analizzato, su scala mondiale, i dati di convivenza fra figli adulti (fra 30 e 49 anni) e genitori anziani. Ai fini della diffusione del virus, se infatti un giovane portatore asintomatico vede il genitore solo una volta a settimana o meno, può anche avere il tempo per finire l'incubazione ed accorgersi di essere malato evitando ulteriori contatti.
La conclusione cui sono giunti i due economisti tedeschi è che in Italia abbiamo avuto più decessi per coronavirus che in Germania e nel Nord Europa per il diverso ruolo che gli anziani ricoprono nella nostra società. Per i due economisti gli anziani italiani sono più integrati nella vita delle famiglie e le dinamiche intergenerazionali sono, quindi, molto più intense.