Il bisogno di organizzare dimissioni ospedaliere “protette”, caratterizzate dall’attivazione di percorsi di continuità assistenziale domiciliare o residenziale, è aumentato nel corso degli ultimi decenni. L’invecchiamento della popolazione ricoverata negli ospedali, l’aumento delle patologie croniche il cui scompenso è sovente causa del ricovero, l’aumento della popolazione non autosufficiente e l’accentuarsi di fenomeni sociali di assenza di rete famigliare e solitudine, hanno concorso ad accentuare il bisogno di continuità cure alla dimissione ospedaliera.
La Regione Piemonte con la DGR 27-3628 del 28.3.2012 ha deliberato un primo modello organizzativo di continuità delle cure prevedendo l’istituzione in ogni Ospedale di ASL, di Nuclei Ospedalieri di Continuità delle Cure (NOCC) e in ciascun Distretto sanitario delle ASL di Nuclei Distrettuali di Continuità delle Cure (NDCC).
Compito dei Nuclei ospedalieri, con le proprie professionalità infermieristiche e di assistenza sociale, è di collaborare con i Reparti Ospedalieri per individuare i ricoverati che necessitano di continuità cure alla dimissione e segnalare il caso ai Nuclei distrettuali competenti per residenza dell’assistito, affinché predispongano un percorso di cura/assistenza con la rete dei servizi socio-sanitari esistenti in ambito domiciliare (ADI, ma anche Sostegni socio-sanitari alla lungassistenza domiciliare) o residenziale (inserimenti temporanei in Lungodegenze, Strutture riabilitative, posti letto di Continuità assistenziale a valenza sanitaria (CAVS), inserimenti temporanei o a tempo indeterminato in RSA in ciascuna ASL.
Nel gennaio 2023 il modello è stato modificato con l’integrazione della COT-Continuità cure/assistenza con l’Azienda Zero che efficienta il lavoro della COT censendo, tramite la “Piattaforma online regionale delle residenzialità”, le disponibilità quotidiana di posti letto nelle Lungodegenze, nei CAVS e nelle RSA e valutando le priorità d’inserimento tra gli Ospedali segnalanti. Tale priorità è valutata sulla base del livello di sovraffollamento dei Pronto Soccorsi e del grado di occupazione dei posti letto dei Reparti di degenza e comunicata alla COT.
La durata media della degenza nelle Strutture è significativamente diminuita nel 2023 rispetto all’anno precedente, evidenziando un maggiore turn over conseguente al lavoro di monitoraggio da parte degli Infermieri e Assistenti Sociali della COT e attivazione di ulteriori percorsi di continuità assistenziale al termine del ricovero. Ad esempio il trasferimento da CAVS a RSA o da CAVS o RSA a domicilio con aiuti sociosanitari. I tempi di attesa per gli inserimenti in CAVS si sono ridotti nel 2023, passando dai 4-5 giorni medi per i presidi ospedalieri dell’ASL e i 9 giorni degli altri ospedali a circa 2-3 giorni per tutti gli ospedali segnalanti. Le tempistiche d’inserimento temporaneo in RSA si sono omogenizzate intorno alle 1 giornate dalla data di dimissibilità garantendo una più equa distribuzione tra le Residenze recettive.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)