Gabriele Selmi, 66 anni, di Castelfranco Emilia (Modena), è il primo paziente italiano a cui è stata impiantata la versione evoluta di un microchip in grado di tenere a bada il tremore e la rigidità causati dal Parkinson. La procedura, eseguita da un team multidisciplinare, è consistita nell'impianto di un elettrodo di 1 ml di diametro nel nucleo sub talamico, una regione del cervello coinvolta nella regolazione dei movimenti volontari.
Successivamente i neurologi hanno «accordato» l'elettrodo in modo da ottimizzare la stimolazione. L'elettrodo è a sua volta collegato a un sistema che invia la corrente necessaria per la stimolazione, in sostanza è simile a un pacemaker cardiaco, che si posiziona nella zona sotto clavicolare. Altra novità del sistema è che può essere ricaricato dall'esterno, quindi il paziente non ha più l'esigenza di sostituire la batteria.
La stimolazione che si ottiene tramite questo micro chip agisce bloccando i segnali che provocano i sintomi motori disabilitanti della malattia di Parkinson, di conseguenza, è possibile ottenere un maggiore controllo sui movimenti dell'intero corpo riducendo il consumo di farmaci.
L'efficacia del nuovo dispositivo dipende anche dal fatto che è in grado di registrare in tempo reale la sua attività, permettendo in questo modo ai clinici di osservare con precisione gli esiti della terapia impostata, ottimizzandola tempestivamente in funzione della risposta del paziente.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)