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Cibi meno «saporiti»: così cuore, reni, stomaco, e perfino cervello, ringraziano

Corriere salute, 06-05-2021

«Molti studi — spiega Massimo Lucarini del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura — dimostrano che in Italia molte migliaia di casi di infarto e ictus potrebbero essere ridotti, e si potrebbero così evitare fino a 26 mila decessi, cioè più di cinque volte il numero delle morti dovute ogni anno a incidenti stradali, semplicemente diminuendo il consumo di sale al di sotto di quei già citati cinque grammi al giorno suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tenendo conto anche di quello contenuto negli alimenti».

Un’abitudine che potrebbe giovare anche alla salute dei reni. La pressione arteriosa alta, che si può abbassare riducendo il consumo di sale, causa infatti danni ai vasi sanguigni dei reni e i problemi a questi organi possono, a loro volta, far salire la pressione. Anche lo stomaco soffre per gli eccessi di sale: la relazione può essere spiegata dal’associazione, dose-dipendente, tra apporti di sodio con la dieta e infezione da Helicobacter Pylori, favorita probabilmente dall’azione irritante dell’eccesso di sale che si accumula sulla parete dello stomaco. Un altro legame comprovato, è poi quello tra obesità e alti consumi di sale. Non che il sale di per sé faccia spostare l’ago della bilancia, ma chi ne fa un uso eccessivo in genere esagera anche con bevande zuccherate e caloriche, generando il sovrappeso. «Anche l’osteoporosi — prosegue Lucarini-— ha un legame con il sale perché aumenta l’escrezione del calcio con l’urina e tutti conosciamo l’importanza di questo minerale per la salute delle nostre ossa».

Ma c’è anche un altro filone di ricerca, ancora da verificare. Il sale, come si è visto in studi sperimentali per ora solo in vitro e sui topi (condotti dalla Weil Corbell Medical School di New York), potrebbe anche causare demenza. Secondo i ricercatori un eccesso di questa sostanza nell’intestino, anche solo per una durata di otto settimane, svilupperebbe infatti una risposta immunitaria capace di ridurre il flusso ematico cerebrale.Basterebbe però, il ritorno a un’alimentazione equilibrata per riportare in tempi ragionevolmente brevi a una situazione di normalità.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione2021
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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-05-06
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Approfondimenti Online
FonteCorriere salute
Subtitolo in stampaCorriere salute, 06-05-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Alimentazione Demenza senile