Nel 2023 in Italia sono nati 379mila bambini, 1.2 ogni donna, 14 mila in meno rispetto al 2022 e nei primi due mesi del 2024 si è registrato un ulteriore calo. Nel 2021 erano oltre 400mila, nel 2008 576mila, ma il trend di discesa va avanti da circa trent'anni e se proseguirà nel 2050 ci saranno 5 milioni di italiani in meno e solo poco più del 50% delle persone in età da lavoro. A rischio c'è la tenuta del sistema pensionistico, sanitario e assistenziale.
Solo per pagare le pensioni future, secondo l'Inps, servirebbero tra le 500 e le 600mila nascite l'anno e non bisognerebbe mai scendere al di sotto della soglia di 1,5 lavoratori per ogni pensionato. Oggi il rapporto è già di 1,4 e secondo la Ragioneria generale dello Stato il sistema si regge grazie all'aumento del saldo migratorio (più ingressi rispetto alle uscite). Le previsioni, comunque, dicono che il rapporto scenderà a 1,3 nel 2030 e a 1 nel 2050. A quel punto ogni lavoratore dovrebbe sostenere un pensionato.
A rischio c'è anche la sostenibilità del debito pubblico. Anche con 1,52 figli per donna, secondo il Def, il debito pubblico salirebbe al 180% nel lungo periodo. E con il ritorno dei vincoli Ue significherebbe la necessità di tagli miliardari alla spesa pubblica, a partire proprio da welfare e pensioni. Tra gli investimenti per la famiglia, l'assegno unico per i figli che è stato aumentato del 50% per il primo figlio. Aumentata del 50% anche la maggiorazione per le famiglie numerose (fino quasi a 100 euro al mese).
C'è poi per il 2024 un mese in più di congedo parentale pagato all'80% per entrambi i genitori, assieme ai fringe benefit esentasse fino a 2mila euro per i lavoratori con figli, il bonus mamme fino a 3mila euro per chi ha due bambini e il bonus asili nido fino a 3600 euro. Sono stati potenziati gli incentivi per assumere a tempo indeterminato giovani e donne e stanziati 460 milioni per i centri estivi e le scuole aperte in estate. In direzione opposta va invece il ripristino dell'Iva al 10% su pannolini, assorbenti e prodotti della prima infanzia. Al momento si lavora a una riforma dell'Isee per aumentare gli aiuti pubblici a chi ha uno o più figli, ma anche sul quoziente familiare fiscale, così da ridurre le imposte per le famiglie.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)