I parlamentari inglesi della Commissione per i diritti umani hanno affermato che è "del tutto inaccettabile" che le case di cura neghino ai residenti l'accesso alle loro famiglie anche in caso di basso rischio, parlando chiaramente di violazione dei diritti umani. La Commissione ha redatto un disegno statutario che cambierebbe la legge sulle visite, garantendo una copertura legale per evitare l’isolamento dei residenti anziani.
Secondo il piano, gli operatori sanitari dovrebbero effettuare una valutazione del rischio personalizzata per ciascuna visita, tenendo conto anche del benessere fisico e mentale del residente privato dei rapporti interfamiliari. Del resto anche la nuova guida del governo raccomanda questo genere di approccio, ma - secondo i parlamentari - per rendere la raccomandazione effettiva c’è bisogno che venga convertita in legge. "La guida del governo non ha forza statutaria perchè non è sostenuta dalla legislazione", affermano i parlamentari. Pertanto le case di cura non si sentono vincolate e molti fornitori impediscono gli accessi sostenendo che ci sia un problema di sicurezza. In tal modo si finisce col negare ai residenti questa parte importante del loro diritto alla vita familiare.
Harriet Harman, a capo della Commissione, ha ammesso che il personale addetto all'assistenza sta facendo "un lavoro incredibile in circostanze difficili". Ma ha aggiunto: “Per troppe famiglie e i loro cari ospitati nelle residenze, la pandemia è stata straziante proprio a causa della violazione del diritto alla vita familiare”.
Il governo ha aggiornato la sua guida su questo argomento durante il fine settimana, ma le nuove libertà non coprono le visite per appuntamenti medici o pernottamenti con i membri della famiglia. In questi casi è infatti prevista una quarantena di 14 giorni al rientro nella struttura, con divieto di libera circolazione e utilizzo degli spazi comuni. Qualcosa che, per i comitati etici che stanno nascendo spontaneamente nel Paese, è veramente ‘aberrante’ ed oltre tutto inutile, dal momento che le persone che vivono nelle case di cura hanno il più alto tasso di vaccinazione e protezione anticorpale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)