L'Italia ha due facce: quella di chi fatica a sentirsi parte di una comunità e quella della grande solidarietà anche intergenerazionale. Vediamo così che, accanto ai giovani che "disobbediscono" alle indicazioni di prevenzione del Coronavirus ci sono loro coetanei che si auto-organizzano per aiutare gli anziani soli o chi, malato o in quarantena, non può uscire di casa e non può fare la spesa o comprare le medicine.
Solo per fare degli esempi: ci sono condomini, a Milano e a Bologna, in cui spuntano post-it, di giovani che si mettono a disposizione per svolgere questo servizio. A Parma i bar regalano scorte in eccesso, a Roma in sartoria si cuciono mascherine gratis per chi le chiede e una iniziativa analoga è partita nel vercellese. C'è chi si offre di dare da mangiare agli animali o si propone come babysitter, chi mette a disposizione corsi per tenersi in allenamento on line o corsi di canto. Tanti gesti piccoli, concreti, nel rispetto delle disposizioni a non uscire se non necessario.
I social network stanno diventando vere e proprie piattaforme di mutuo soccorso. Su Facebook c'è il gruppo 'Hai un'influenza sul mondo' nato a Bologna poi passato ad Imola.
Il Comune di Milano ha messo in campo 150 custodi sociali, persone che si prendono cura di circa 8000 soggetti fragili e in difficoltà. Prima del coronavirus l'assistenza era a domicilio, ora è in gran parte telefonica: si danno informazioni utili sulle restrizioni imposte per decreto oppure si porta un po' di compagnia a chi è solo tutto il giorno.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)