Secondo uno studio recente dormire troppo poco può essere collegato al declino cognitivo. Il team di ricerca aveva come obiettivo scoprire quanto sonno fosse legato al deterioramento cognitivo nel tempo. Per fare ciò, ha esaminato in media 100 anziani, tra la metà e la fine degli Anni ’70, monitorati per un periodo compreso tra quattro e cinque anni. Al momento dello studio, 88 persone non mostravano alcun segno di demenza, mentre 12 mostravano segni di deterioramento cognitivo (uno con demenza lieve e 11 con lo stadio pre-demenza di decadimento cognitivo lieve).
Durante lo studio, ai partecipanti è stato chiesto di completare una serie di test cognitivi e neuropsicologici, per cercare segni di declino cognitivo o demenza. Il sonno è stato misurato utilizzando un dispositivo per encefalografia a elettrodo singolo che i partecipanti indossavano sulla fronte durante il sonno, per un totale di quattro-sei notti. Questo strumento ha permesso ai ricercatori di misurare con precisione l’attività cerebrale, che avrebbe indicato loro se qualcuno dormiva o meno (e per quanto tempo) e quanto era riposante quel sonno.
I ricercatori hanno anche preso in considerazione altri fattori che possono influenzare il declino cognitivo, tra cui l’età, la genetica e la presenza o meno delle proteine beta-amiloide o tau, entrambe legate alla demenza.
Ciò che sorprende dei risultati di questo studio è che la durata del sonno ottimale è molto più breve di quella che studi precedenti hanno suggerito essere problematica. Infatti l'analisi ha dimostrato che un sonno lungo più di 6,5 ore è associato al declino cognitivo nel tempo. Riguardo al rischio di sviluppare demenza, gli scienziati hanno anche considerato che non sia necessariamente la lunghezza del sonno a contare, bensì la sua qualità. Ad esempio, hanno dimostrato che avere meno sonno ristoratore potrebbe influire sul deterioramento cognitivo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)