Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Russo Linda

Abitazioni intergenerazionali, un beneficio per tutti

14-08-2019

Si chiama “A Casa di Zia Jessy” ed è il condominio intergenerazionale di Torino. Al suo interno vivono anziani, donne sole con figli e giovani in uscita da percorsi di riabilitazione sociale. 


Combinare persone di diverse fasce d’età nella stessa unità abitativa? Si può ed è l’esperienza di housing sociale su cui si fonda “A Casa di Zia Jessy”. Grazie alla cooperazione fra generazioni e all’organizzazione di esperienze mirate si cerca di promuovere la reciprocità, la condivisione e lo scambio favorendo un welfare “generativo”: i protagonisti di questa realtà, infatti, non usufruiscono solo dei servizi, ma sono anche soggetti attivi che investono le proprie capacità e competenze. In questo microsistema torinese convivono numerosi attori che possono stabilirsi in maniera permanente, come coppie di anziani o senior soli, o temporaneamente, come fanno alcune madri con figli minori, donne sole e giovani fra i 16 e i 32 anni usciti da percorsi di affidamento o riabilitazione sociale. 


Il condominio funziona grazie alla presenza di un gestore che promuove lo scambio fra i diversi soggetti e crea dei momenti di incontro che possono essere ludici o di tipo informativo. Sono incontri mirati a far incontrare i senior stanziali con gli ospiti temporanei. In un’intervista ad Elisa Saggiorato e Katiuscia Greganti, rispettivamente coordinatrice e consulente del “Programma Housing” di Compagnia di San Paolo, è stato approfondito il tempa dell’intergenerazionalità: “Inizialmente ci aspettavamo che lo scambio intergenerazionale potesse alimentarsi in maniera spontanea mentre invece l’intervento del gestore si è rilevato, e continua a rilevarsi, centrale. Bisogna tener conto che non tutti i residenti della struttura sono così predisposti alla socialità. Pur con alcune difficoltà, però, tra alcune persone si è creato uno scambio interessante: spesso le donne fanno dei piccoli servizi come pulizie, acquisto farmaci o semplicemente un po’ di compagnia ai senior del condominio, mentre gli anziani partecipano a dei momenti ludici come l’organizzazione dei compleanni dei bambini durante i quali cucinano o prendono parte alla festa.”


Uno dei vantaggi principale riguarda i senior che, in questo modo, riescono a rimanere più a lungo all’interno della propria abitazione ricevendo supporto e assistenza in caso di necessità. Inoltre l’impatto sulle persone è forte: questi scambi rassicurano gli anziani e le loro famiglie che sanno i loro cari in un luogo “presidiato” in cui c’è sempre qualcuno per eventuali bisogni ed emergenze. Il condominio è anche un punto di riferimento per gli ospiti temporanei perché la comunità che si crea permane nel tempo: capita che qualcuno torni una volta lasciato il condominio perché si è creato un legame con chi è rimasto. Rappresenta un sostegno anche in quei casi particolari in cui il gestore si attiva per sostenere gli spostamenti degli utenti recuperando mobili per la nuova abitazione o donando cibo grazie alle collette alimentari.


Si tratta di un progetto di welfare community in cui l’obiettivo fondamentale è quello di creare una comunità in cui si possano condividere tempi, spazi e servizi. Un’idea che è possibile trasportare anche nel privato con le case intergenerazionali: abitazioni che ospitano diverse generazioni, dai nonni ai nipoti. Una soluzione adottata specialmente in Québec dove è stata creata una normativa ad hoc per la costruzione o l’acquisto di queste soluzioni residenziali. Sempre più spesso, infatti, vengono acquistate o ristrutturate bifamiliari collegate tra loro da una porta o un passaggio interno permettendo di alternare momenti di condivisione ad altri di autonomia. Non si tratta di una scelta adottata solo dalle famiglie, ma anche tra vicini di casa e conoscenti. Con queste soluzioni è facile fornire assistenza alla generazione più anziana nelle mansioni quotidiane e in situazioni di non autosufficienza, ma è anche utile nella gestione dei bambini che possono rimanere con i pensionati quando i genitori lavorano. Il rischio nell’adottare una soluzione di questo tipo è quello di incorrere in un’invasione degli spazi altrui, pertanto è importante il rispetto degli ambienti dell’una e dell’altra famiglia e la salvaguardia di alcuni momenti individuali. 

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Russo Linda
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa14-08-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Russo Linda
Attori
Parole chiave: Cohousing Rapporti intergenerazionali Rete sociale Welfare