Una nuova ricerca pubblicata oggi suggerisce che le persone con lavori mentalmente stimolanti potrebbero avere meno probabilità di sviluppare demenza e meno probabilità di avere proteine nel sangue che potrebbero interferire con la capacità del cervello di formare nuove connessioni tra le cellule. Lo studio, condotto da un team di ricercatori internazionali e guidato da scienziati dell'UCL, è pubblicato sul BMJ (British Medical journal)
La ricerca ha coinvolto i dati di sette studi che facevano parte di uno studio più ampio chiamato IPD-Work consortium. Per una parte dello studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati di 107.896 partecipanti con sede nel Regno Unito, in Europa e negli Stati Uniti per esaminare i collegamenti tra stimolazione mentale e rischio di demenza.
La ricerca includeva studi iniziati tra il 1986 e il 2002 e i partecipanti sono stati valutati nel 2017 per determinare se avessero sviluppato la demenza.
I ricercatori hanno anche utilizzato un campione casuale di 2.261 persone di uno studio per esplorare i collegamenti tra la stimolazione mentale e le proteine presenti nel sangue delle persone, nonché 13.656 persone di due studi per esaminare i collegamenti tra queste proteine e il rischio di demenza.
I ricercatori hanno anche esaminato i livelli di diverse proteine nel plasma sanguigno delle persone. Hanno scoperto che i livelli di tre proteine, chiamate SLIT2, AMD e CHSTC, tendevano ad essere più bassi in coloro che non sviluppavano la demenza e in coloro i cui lavori implicavano una maggiore stimolazione mentale. Poiché studi precedenti hanno suggerito che ciascuna di queste proteine può svolgere un ruolo nell'impedire alle cellule cerebrali di formare connessioni tra loro, il team lo evidenzia come una strada per ulteriori ricerche.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)